Russia in fermento per il nucleare iraniano

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IRAN – Teheran. 06/07/13. La Russia si dice preoccupata per la  mancanza di progressi nei colloqui sul nucleare iraniano. A riferirlo l’agenzia di stampa Mehrnews, secondo cui la Russia ha espresso preoccupazione sul fatto che giovedì scorso non si sono registrati progressi nei colloqui tra l’Iran e sei potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran, nonostante l’elezione di un moderato come presidente dell’Iran.

 

Il Vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov ha detto vi era una spinta diplomatica per organizzare un nuovo round di colloqui dopo l’elezione di Hassan Rohani. Ma purtroppo «Non vi è alcun accordo ora su quando e dove avverranno i prossimi colloqui. Questo ci preoccupa», ha detto Ryabkov all’agenzia di stampa Interfax.

«Dopo l’elezione del presidente iraniano, abbiamo intensificato il lavoro in preparazione di un nuovo round di colloqui ma finora non si è raggiunto nessun accordo». Gli ultimi colloqui ad alto livello tra l’Iran e gli Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania si erano svolti nella città kazaka di Almaty nel mese di aprile. Non sono riuscito a modificare la situazione di stallo vecchia di dieci anni sul programma nucleare di Teheran. Ad aprile i sei avevano chiesto all’Iran di sospendere i lavori di arricchimento dell’uranio più sensibile in cambio di modesti alleggerimenti sulle sanzioni internazionali,Teheran non ha accettato.

Speranze internazionali per una soluzione della controversia nucleare sono stati potenziati con l’elezione di Rohani perché ha promesso un approccio più conciliante per le relazioni estere rispetto a Mahmoud Ahmadinejad. L’Iran dice che sta arricchendo l’uranio solo per alimentare una rete pianificata delle centrali nucleari, e per scopi medici.

Un alto funzionario degli Stati Uniti il ​​Mercoledì ha detto che Washington che era “determinato” a cercare di risolvere la questione nucleare con Teheran in maniera diplomatica e nell’occasione ha esortato Teheran a tornare ai negoziati. 

Il leader supremo dell’Iran Ayatollah Ali Khamenei ha accusato la scorsa settimana Occidente di essere inflessibile nei negoziati e ha espresso il desiderio di risolvere un problema che ha portato a sanzioni sempre più severe sul settore petrolifero iraniano e che pesa sull’economia in generale.

Nuove sanzioni degli Stati Uniti che è entrato in vigore l’8 luglio sono una vera catastrofe per il commercio e le spedizioni iraniane e per il settore automobilistico, le vendite di oro verso l’Iran, e la manipolazione della valuta iraniana, il rial.

Le potenze mondiali vogliono che l’Iran fermi le sue ricerche sull’arricchimento di Uranio ad una concentrazione fissile del 20 per cento e smettere di lavorare al suo impianto sotterraneo. L’Iran al contrario afferma che è un suo diritto l’arricchimento dell’uranio e questo deve essere riconosciuto.