I social premiano le curde

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SIRIA- Aleppo. 15/05/16. Ogni guerra è scritta dai vincitori. Ogni guerra ha i suoi eroi da osannare o maledetti da odiare. È la guerra. Via social da qualche giorno campeggiano le foto delle “eroine curde” che sono entrate nella simpatia dei media di tutto il mondo, […]

che forse ignorano un fatto: i curdi stanno cacciando i sunniti dalle loro terre in Siria, con editti, e stanno espropriando i loro beni. Non sono sunniti affiliati a ISIS, sono semplici cittadini di lingua e etnia diversa dai curdi che si trovano, per sorte, su un territorio che vuole diventare uno Stato: Rojava, la terra dei curdi. Siamo pur sempre in guerra. In un account social, sempre curdo, si poneva venerdì il seguente quesito: «Il progetto coloniale di Sykes e Picot sopravviverà altri 100 anni in Medio Oriente? I confini rimarranno intatti?». Il twitterista chiedeva ai curdi di votare. Ancora una volta i confini tanto odiati da Daesh, ISIS, ISIL, IS sono odiati anche dai curdi. E se tutto questo odio viene da delle linee tracciate a tavolino 100 anni fai, forse è ora che l’Occidente oltre che a inviare soldi, armi, di vario genere o addestratori, si ponga delle domande e cominci a ripensare la sua strategia in Medio Oriente. A morire in guerra, comunque, le eroine dei social, le donne curde ci vanno, tra le poche al mondo ad accompagnare gli uomini in prima linea. Difficile capire se questa sia una conquista o una perdita, per il genere umano. Ve le presentiamo, senza nomi, ognuna di loro potrebbe essere una sorella, una figlia, una madre, un’amica.