REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. Ebola torna a colpire nel Kivu

235

Nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, l’Onu ha intensificato gli sforzi per affrontare l’Ebola, a seguito della conferma che il virus ha raggiunto la città di Butembo, vicino al confine con l’Uganda, dove ha mietuto tre vittime. Lo scorso venerdì, l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato che nell’ultima epidemia nella parte orientale del paese ci sono stati 137 casi confermati e probabili e 92 decessi.

L’Unicef, ha annunciato che “tutto è stato fatto” per garantire che la malattia venga controllata nella sua fase iniziale a Butembo, riporta un comunicato dell’Onu. A parte l’insicurezza diffusa, una delle maggiori sfide è superare l’ostilità delle comunità alle severe direttive sanitarie, che vanno contro tradizioni culturali secolari, comprese le pratiche di sepoltura.

Nel tentativo di aiutare a proteggere le comunità, l’Unicef ha inviato un team di 11 specialisti in comunicazione comunitaria, educazione e assistenza psico-sociale, così come acqua, servizi igienico-sanitari. L’agenzia delle Nazioni Unite sta anche lavorando con antropologi specializzati in credenze e pratiche culturali locali per aiutare a superare eventuali preoccupazioni. Più di 250 leader di comunità sono stati avvisati dell’epidemia di Butembo, insieme a leader religiosi e giornalisti. Sono stati informati sulle misure di prevenzione e su un numero di emergenza da chiamare per curare chiunque abbia sintomi simili all’Ebola.

L’attuale epidemia di Ebola nella regione di Kivu è il decimo focolaio di Ebola nella Rdc dal 1976. È stata dichiarata ufficialmente il 1° agosto. Più di 1.750 persone sono sotto sorveglianza attiva, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e più di 52 “anelli” di vaccinazione sono stati allestiti intorno a noti pazienti di Ebola. In totale, più di 8.900 persone sono state vaccinate, tra cui più di 2.000 bambini. Trattare i malati e proteggere le persone che sono venute a contatto con loro è complicato, perché l’area del Kivu ospita più di 100 gruppi armati.

Maddalena Ingroia