La schiavitù tra i Saharawi

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SPAGNA – Madrid 04/12/2103. La scrittrice e giornalista spagnola, Reyes Monforte ha recentemente pubblicato un romanzo, basato su fatti reali, sulle pesanti condizioni di vita dei Saharawi nei campi di Tindouf (Algeria).

Monforte descrive in particolare le violenze subite dalle ragazze dalla pelle scura nei campi del Polisario, in cui la schiavitù è ancora praticata. Besos de Arena narra la storia di una giovane donna Saharawi, Laia, schiava – bambina a Tindouf. I ricordi della protagonista rispecchiano le miserabili condizioni di vita di migliaia di Saharawi all’interno di quello che può essere definita come una delle più grandi prigioni a cielo aperto del mondo; il romanzo della Monforte non è l’unica denuncia delle condizioni di Tindouf: Violeta Ayala e Daniel Fallshaw, due giornalisti australiani, hanno girato un film documentario nei campi di Tindouf, Stolen, nel 2011. I due giornalisti, nel campo per girare un film a favore della protesta del Fornte Polisario, finirono col denunciare il commercio degli schiavi e delle bambine vendute e maltrattate, un vero boomerang per i separatisti. 

La schiavitù, pratica comune nei campi, è stata quindi condannata sia da Amnesty International che da Human Rights Watch, secondo cui «i Saharawi dalla pelle nera costituiscono una piccola minoranza della popolazione nei campi. Alcuni membri di tale minoranza sono “di proprietà” di persone o di famiglie “bianche”». Il Polisario ha sempre negato ogni responsabilità, ma la realtà è in netto contrasto con le affermazioni del Fronte, in considerazione del fatto che una donna “schiava” non può sposarsi senza il consenso del suo “proprietario”, come denuncia Hrw. 

Tornando al romanzo della Monforte, Laia è una giovane donna saharawi che ha vissuto in Spagna per anni, ha un futuro promettente, ma deve convivere con dei ricordi terribili che né la sua famiglia né il suo fidanzato Julio sanno: l’infanzia di Laia è stata caratterizzata da torture e minacce della suo presunta famiglia, tra gli haimas nel campo Dajla, controllato dal Fronte Polisario. Dopo molti anni, il suo passato torna a cercarla. Suo fratello Ahmed arriva in Spagna, determinato a farla tornare in Africa. Il padre del suo fidanzato, Carlos ha anche lui un segreto passato: prima della Marcia Verde con cui il Marocco ha affermato il proprio dominio sulla parte occidentale del deserto del Sahara, Carlos era innamorato di Maima, donna che scomparve quando gli eserciti marocchini occuparono il Sahara Spagnolo nel novembre del 1975. In quell’epoca, Dajla era conosciuta con il nome di “Villa Cisneros”. Quando Laia scompare, trascinata di nuovo in Africa dai fantasmi del suo passato, le storie di Carlos e Laia s’intrecciano.