Petrolio iracheno per Assad

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EMIRATI ARABI UNITI – Dubai 26/12/2013. Il governo siriano del presidente Bashar al-Assad avrebbe ricevuto grandi importazioni di greggio iracheno attraverso un porto egiziano negli ultimi nove mesi.

Secondo al Arabiya, il trasporto e i pagamenti, tutti documentati, dimostrano il commercio nascosto all’ombra delle sanzioni. Il governo di Assad, inserito nella lista nera occidentale, ha fatto affidamento sull’Iran come il suo principale fornitore di greggio olio. Accanto a Teheran staserebbero altre realtà: milioni di barili di greggio consegnati al governo di Assad su navi iraniane provenivano dall’Iraq, tramite società commerciali libanesi ed egiziane. Il traffico, negato dalle imprese interessate era molto redditizio visto il ricarico fatto per spedirle il greggio in Siria. Sia la compagnia petrolifera nazionale siriana che ha ricevuto il greggio, la Sytrol, che il vettore iraniano, la National Iranian Tanker Co (Nitc), sono presenti sia negli Usa che nell’Ue nelle liste nere che ne sanzionano le attività; chiunque faccia affari con loro  rischia di fare la stessa fine. I documenti descrivono il commercio tra marzo e maggio 2013; vi si fa riferimento ad almeno quattro spedizioni di petrolio iracheno con quattro petroliere (Camelia, Daisy, Lantana e Clove) della Nitc che sarebbero partite dal porto egiziano di Sidi Kerir verso la Siria.

Secondo i documenti, una società di trading con sede a Beirut, la Overseas Petroleum Trading (Opt) avrebbe fatturato almeno due delle spedizioni ed è stata coinvolta in una terza, mentre una ditta con sede al Cairo, Tri – Ocean Energy, sarebbe responsabile di una spedizione; entrambe hanno negato ogni coinvolgimento. Non vi è alcuna prova che i governi iracheno o egiziano siano coinvolti nella vicenda. La Siria avrebbe importato fino a 17 milioni di barili di greggio tra il febbraio e l’ottobre, di cui circa la metà direttamente dall’Iran a mezzo dal porto egiziano di Sidi Kerir.