Guerra petrolifera saudita

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ITALIA – Roma 06/12/2014. I prezzi del petrolio continuano la loro caduta con il Brent Crude in calo al di sotto di 70 dollari al barile sulla scia della decisione dell’Arabia Saudita di offrire sconti sul suo petrolio per il mercato asiatico e statunitense.

Il 5 dicembre, il Brent era scambiato a 69,20 dollari al barile, secondo i dati di Bloomberg, in calo di 44 centesimi dalla chiusura del 4 dicembre, con un calo del 0,63%. Il Wti è stato scambiato a 66,22 dollari al barile, in calo del 0,59 centesimi (- 0,88%). Reuters riporta che Saudi Aramco, la compagnia petrolifera statale saudita, ha tagliato i prezzi da gennaio di 1,90 dollari al barile per i clienti asiatici, e per i clienti degli Stati Uniti di 70 centesimi. Il calo segue l’annuncio Opec del 27 novembre di non tagliare la produzione e di sostenere i prezzi, una decisione che è stata eseguita dai sauditi. Il Regno saudita è il più grande fornitore di petrolio dell’Opec, produce circa 8 milioni di barili al giorno.

Il mercato ha reagito quindi alla notizia che la Libia stia riavviando la produzione da El Sharara. Il giacimento è uno dei più grandi dell’Opec e prima della chiusura produceva circa 300 mila barili al giorno.

Le notizie dall’Iraq hanno stressato i prezzi del greggio. Il 2 dicembre, il Wall Street Journal ha riportato l’annuncio di un accordo tra il governo iracheno e il Krg per esportare petrolio attraverso la compagnia petrolifera nazionale irachena a partire da gennaio. Secondo i termini dell’accordo, 250mila barili di petrolio al giorno saranno esportati dal Kurdistan e 300mmila al giorno da Kirkuk.