Petrolio per gasolio

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SIRIA-IRAN. Iran e Siria hanno dato vita ad un accordo per bypassare le sanzioni che bloccano il loro import/esport di carburanti mantenendo vive le loro economie e riuscendo a garantire un aiuto concreto per i loro eserciti. In altri Paesi le conseguenze del mancato import di greggio iraniano si fanno sentire.

La petroliera iraniana Hilari è infatti arrivata in Siria, nel porto di Banias portando 34.500 tonnellate di petrolio; dopo una settimana, carica di gasolio, sta facendo rotta verso l’Iran, dove,, terminate lo e operazioni di scarico ripartirà, nuovamente carica di gasolio, verso la Siria. Simili operazioni tra i due Paesi erano già avvenute ad aprile e giungo 2012. 

Il rial iraniano è crollato (http://www.agccommunication.eu/geoeconomia-it/1499-iran-rial-moneta-dollari.html) agli inizi del mese di ottobre, segno che la pressione internazionale sul Paese si sta facendo sentire. L’agricoltura siriana, da canto suo, è priva del carburante necessario per far andare avanti le industrie del settore.

Usa e Ue hanno infatti letteralmente azzerato l’export di greggio iraniano e le esportazioni di derivati dal petrolio siriani tramite una serie di pesanti sanzioni commerciali.

Da ultimo, il Sud Africa ha sospeso del tutto tutte le importazioni dall’Iran per il quarto mese consecutivo proprio a causa delle sanzioni Ue ed Usa. Un quarto dell’import di greggio sudafricano era, fino al maggio 2012, di provenienza iraniana. Nonostante le assicurazioni statunitensi relative alla copertura del buco energetico creato in questo modo, Pretoria sta ancora avendo seri problemi relativi legati proprio alle conseguenze delle sanzioni che bloccano sia la lavorazione del greggio (alcuni impianti sudafricani, infatti, sono stati progetti appositamente per lavorare solo il greggio di Teheran), sia il comparto assicurativo legato al settore.  A questi effetti, si devono poi aggiungere le prime mancanze di petrolio e derivati legate proprio al deficit creato dalla mancata importazione dall’Iran.