Per una nuova Via della Seta. Intervista all’ambasciatore del Kazakhstan in Italia: Andrian Yelemenessov

151

 ITALIA – Roma 18/08/13. Per conoscere esattamente quali siano i rapporti economici tra Astana e Roma, le possibilità di sviluppo economico tra il Kazakhstan e l’Italia, abbiamo voluto sentire il massimo rappresentante di questo Paese in Italia, l’ambasciatore Andrian Yelemenessov.

Ambasciatore, Lei conosce molto bene la lingua italiana perchè ha vissuto un lungo periodo nel nostro Paese. Dal punto di vista di uno straniero, com’era e com’è adesso la sua visione dell’Italia?

Ho già avuto l’opportunità di lavorare in Italia, la prima volta ho visitato questo paese circa 22 anni fa, e oggi sono felice di lavorarvi di nuovo, ma con una nuova importante carica. La missione di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Kazakhstan in Italia che mi è stata affidata è la possibilità di portare la cooperazione bilaterale ad un nuovo livello di sviluppo. Il mio obiettivo è la collaborazione di successo tra il Kazakhstan e l’Italia, dare il proseguimento alle relazioni bilaterali, dimostrare fra alcuni anni qualcosa di diverso e migliore, che sarà diverso da quello che abbiamo in questa fase. L’Italia per me rimane il paese preferito. Ognuno in Italia può trovare qualcosa di speciale per se. Per qualcuno è la moda, per altri è la cultura multisecolare, l’arte, la musica, la storia, la politica, lo sport. Per me l’Italia è, prima di tutto, le splendide persone, molte delle quali sono diventati i miei buoni amici.

Lei ha caratterizzato il Kazakhstan come il ponte tra l’Europa e l’Asia. Potrebbe spiegarci che cosa intende?

Preferirei usare l’espressione anello di collegamento, non ponte. Il luogo e il ruolo del Kazakhstan nelle relazioni internazionali si definiscono dalla sua posizione e le possibilità geografiche, geopolitiche e geoeconomiche. La cosa più importante è la posizione del Kazakhstan nella regione di aggancio delle rotte, che collegano l’Europa e l’Asia. Attraverso il territorio del Kazakhstan in tempi antichi passava la leggendaria Via della Seta. A tale proposito molti Paesi del mondo mostrano l’interesse nel stabilire e sviluppare le relazioni multilaterali con il Kazakhstan. Economicamente noi possiamo diventare un anello che collega le economie dinamiche dell’Unione Europea, dell’Asia dell’Est, del Sud-Est e del Sud. Oggi si sta realizzando il progetto del corridoio stradale internazionale di trasporto “Europa occidentale – Cina Occidentale”, che passa sul territorio del Kazakhstan. Sembra molto promettente la creazione della ferrovia trans-euroasiatica ad alta velocità. È reciprocamente vantaggiosa l’espansione della cooperazione con lo Spazio Economico Comune, e in futuro anche con l’Unione Euroasiatica, l’Unione Europea, la Repubblica Popolare Cinese, il Giappone e l’India.

Tra i principali problemi globali del millennio, esiste quello dell’alimentazione idrica; le risorse d’acqua in questo momento si stanno consumando in tutto il globo. Si considera che l’acqua e il cibo saranno le cause principali delle nuove guerre, che potranno accendersi nelle aree che soffrono per la mancanza di risorse idriche, come ad esempio nella regione dell’Asia Centrale. Che ruolo ha il Kazakhstan nella soluzione dei problemi collegati alla mancanza delle risorse idriche in questa località?

Siamo consapevoli della piena responsabilità per il mantenimento della pace e della stabilità nell’Asia Centrale – in questa regione complessa e diversificata. La sfida principale della sicurezza nell’Asia Centrale è la crisi di fiducia tra i paesi della regione, l’assenza di un’unica “asta di integrazione” che collega o di “un’idea unificante”, che si riflette al basso livello della cooperazione economica, del commercio intra-regionale, dello sviluppo debole dei settori privati. I principali fattori del conflitto continuano a rimanere le questioni irrisolte delle frontiere, la crescita del terrorismo e dell’estremismo religioso, la gestione dell’acqua, le tensioni interetniche, la migrazione, la droga ecc.

Siamo sicuri che la risposta principale alle minacce e alle sfide può diventare l’integrazione dei Paesi delle regioni. La politica d’integrazione del Kazakhstan non ha un’altra alternativa e può diventare un catalizzatore per questo processo molto vitale per la sopravvivenza a lungo termine della regione.

L’Asia Centrale è la regione ricca di risorse idriche, che soffre della loro distribuzione disuguale. Il maggior numero di polemiche si crea dall’uso delle risorse idriche dei fiumi Amudaria e Syrdaria, che formano il mare di Aral, tutti i paesi dell’Asia Centrale hanno preso l’impegno di ripristinare e proteggere questo bacino. Il problema delle risorse idriche riguarda tutti i paesi della regione, cioè – Tagikistan, Kyrgyzstan, Uzbekistan, Kazakhstan e Turkmenistan. Sono loro i consumatori delle risorse idriche dei fiumi transfrontalieri Amudaria e Syrdaria. Il ruolo chiave lo hanno il Kyrgyzstan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Il Kazakhstan anche se dipende dal fiume Syrdaria, occupa una posizione isolata, come anche in molte altre questioni regionali. La politica delle acque del nostro Paese comporta prima di tutto il ripristino delle risorse idriche, che la distingue bene dalla politica del resto dei paesi della regione.

Il 2014 sarà cruciale nei confronti della sicurezza sulla scacchiera dell’Asia: le olimpiadi a Sochi e la fine del mandato Isaf (International Security Assistance Force) con il successivo ritiro degli eserciti Nato e degli Stati Uniti creeranno problemi per la sicurezza. Insieme con gli eventi futuri, il ruolo delle azioni politiche dei paesi di questa zona è molto importante. Che ruolo ha il Kazakhstan nella questione della sicurezza a Sochi e qual’è la visione del vostro paese verso l’Afghanistan, dopo l’Isaf?

Il fatto è che tutti i Paesi dell’Asia centrale, senza alcuna eccezione, sono preoccupati per il cosiddetto “fattore dell’anno 2014”. Che cosa accadrà in questa regione dopo il ritiro delle Forze Internazionali dell’assistenza della sicurezza, cioè gli eserciti della coalizione occidentale – dall’Afghanistan? Inoltre, come ha giustamente fatto notare, nel 2014, si svolgeranno anche le Olimpiadi a Sochi. È abbastanza chiaro che tutti i Paesi interessati sono alla ricerca di modi per proteggere se stessi. E per questo si stanno preparando per i possibili rischi. In questo contesto, il Kazakhstan mette bene in evidenza le forme collettive – noi ci siamo offerti di coordinare l’ordine di interazione durante la risoluzione di questi problemi, prima di tutto nel quadro di organizzazioni come l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e l’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (Sco), nonché attraverso la collaborazione delle forze dell’ordine (il Consiglio dei Capi di Sicurezza e dei Servizi Speciali della Csi – Comunità degli Stati Indipendenti, Il Centro antiterroristico dei paesi-membri della Csi).

Non possiamo parlare di sviluppo stabile a lungo termine della nostra regione senza la normalizzazione della situazione in Afghanistan. Dopo il ritiro delle forze della coalizione nel 2014, le questioni della sicurezza e della riabilitazione economica dell’Afghanistan richiederanno maggiore attenzione da parte dei paesi dell’Asia centrale, tra cui il Kazakhstan. Il contributo della Repubblica del Kazakhstan per il periodo 2009-2012, per la stabilizzazione dell’Afghanistan, insieme ad un programma educativo di 50 milioni di dollari e di altre forme di aiuto, ammonta a 240 milioni. Noi continuiamo a fornire tutta l’assistenza possibile per i Paesi Isaf usando al massimo il suo potenziale e le capacità di transito e di trasporto e logistica. Sosteniamo inoltre l’integrazione dell’Afghanistan nel sistema delle relazioni internazionali economiche e commerciali, in particolare in Asia centrale. Questo spiega il nostro sostegno dell’iniziativa “Nuova Via della Seta”, che è mirata a un ulteriore sviluppo delle relazioni economiche estere dell’Afghanistan con i paesi dell’Asia Centrale e Meridionale.

Il Kazahstan continuerà il lavoro nelle direzioni che corrispondono ai nostri interessi nella regione, sia negli aspetti economici che quelli politici. Ciò riguarda la possibilità di aumentare la partecipazione del Kazakhstan nella riabilitazione dell’economia della Repubblica Islamica dell’Afganistan (Ria) e nell’organizzazione della fornitura di aiuti umanitari e commerciali verso l’Afghanistan. Dal 2007, si sta realizzando un piano speciale per fornire gli aiuti in Afghanistan, nel quadro del quale ogni anno viene fornita gratuitamente l’assistenza tecnica e umanitaria , è stata ricostruita l’autostrada “Talucan – Kunduz – Shirkhan – Bandar”, sono stati costruiti una scuola e un ospedale. Per i giovani afgani si sta attuando un programma per la preparazione di 1000 professionisti delle professioni pacifiche nelle università kazake. È importante capire che, promuovendo la pace e la stabilità in Afghanistan, lavoriamo per fornire la sicurezza globale, regionale, e, di conseguenza, anche la nostra.

Il Kazakhstan è famoso per il fatto che lì convivono 140 diversi gruppi etnici, tra i quali la posizione principale la occupano i musulmani. In questo modo, il Kazakhstan ha un ruolo importante nell’ambito dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica. Cosa si può raccontare di questo mondo, la cui storia indissolubilmente è legata con l’Europa e in particolare con l’Italia? Inoltre, quale opinione hanno questi Paesi in relazione ai conflitti in Siria, Egitto, Algeria e Tunisia?

Il Kazakhstan rimane attaccato all’idea dello sviluppo del dialogo inter-religioso e inter-culturale. La sua importanza nel mondo di oggi non può che essere, ed è, solo in crescita. Nella nostra società, in pace e in accordo vivono più di 140 gruppi etnici e 40 confessione religiose.

Gli eventi in Nord Africa e in Medio Oriente, indicano cambiamenti profondi in questa regione che potrebbero cambiare radicalmente la situazione geopolitica del mondo. Il Kazakhstan, di regola, non viene indicato come il primo Paese nella lista dei principali Paesi musulmani. Eppure, la nostra nazione sta svolgendo un ruolo sempre più importante nel mondo islamico. Nel 2011, Astana ha ospitato il Forum Economico Islamico mondiale, e ha presieduto il 38° Consiglio di ministri degli Affari Esteri degli Stati membri (Cmae) dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oci-ital. o Oic-ingl., ndr). Essendo a capo dell’Oci la Repubblica del Kazakhstan ha adottato i seguenti obblighi: promuovere una maggiore integrazione e cooperazione del mondo islamico con la comunità globale, migliorare gli indicatori dello sviluppo economico, sociale, umanitario e del commercio dei paesi dell’Oci, svolgere gare sportive e mostre di conquiste culturali, così come l’organizzazione dei forum dei leader religiosi e culturali, fornire l’accesso all’istruzione, alla realizzazione di progetti comuni di ricerca, allo scambio di personale nella sfera economica, all’unificazione dei regolamenti delle relazioni della valuta, di assicurazione, delle banche e finanziarie e alla standardizzazione dei beni e dei servizi, al rafforzamento dei rapporti con le altre organizzazioni internazionali.

Il Kazakhstan ha rivolto particolare attenzione alla protezione e alla prevenzione dei conflitti, alla loro risoluzione pacifica sui territori nella zona di influenza dell’organizzazione, all’uso efficace della capacità dei Paesi membri nella risoluzione delle controversie.

La drammatica situazione in Siria è diventata una questione di grave preoccupazione per tutta la comunità internazionale. Sotto la nostra presidenza a Jeddah si è svolta una riunione di emergenza del Comitato Esecutivo dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica sulla Siria a livello dei ministri degli Affari esteri. A seguito dell’incontro, è stato rilasciato il comunicato finale, che rispecchia i principi di base dell’Oci sulla regolarizzazione della situazione in Siria. Tra gli altri, essi includono i richiami per la fine della violenza e per l’inizio di un dialogo pacifico e per impedire l’intervento straniero in Siria. Nell’ambito della sua presidenza il Kazakhstan ha prestato la sua attenzione allo sviluppo della situazione in Libia, Siria, al superamento della catastrofe umanitaria in Somalia.

La posizione del Kazakhstan su questa questione rimane invariata: le voci dei Paesi musulmani moderati, che sono concentrati sul proprio sviluppo economico e sul miglioramento delle condizioni del livello di vita del proprio popolo, dei propri cittadini dovrebbero suonare molto più forte delle voci dei paesi che difendono l’estremismo e le loro ambizioni.

Ambasciatore, nella questione economica il Kazakhstan è famoso nel mondo per le sue risorse naturali di petrolio e gas. Eppure Lei nei Suoi discorsi spesso dice che il Suo paese ha la necessità di diversificazione del settore economico. Cosa intende di preciso?

Il governo del Kazakhstan sta attuando un programma di sviluppo industriale e innovativo forzato del Kazakhstan per il periodo 2010-2014, che mira a sostenere la realizzazione di progetti innovativi nei settori manifatturieri. Il nuovo programma è basato sullo sviluppo di quattro settori principali dell’economia. Di solito è il settore del petrolio e del gas; l’industria aurifera, nucleare e chimica; i settori più richiesti sono l’ingegneria, la costruzione e l’industria farmaceutica; prodotti di esportazione – mercato agricolo, industria leggera e il turismo; e infine le nuove tecnologie – biotecnologie, energie alternative e i progetti spaziali. Il principio fondamentale della politica industriale sono gli ampi investimenti nei settori per l’esportazione, con l’aumento di nuove opportunità di mercato per le piccole e medie imprese. Allo stesso tempo, il governo del Kazakhstan presta particolare attenzione allo sviluppo dell’industria di trasformazione nel mercato domestico. Vengono mantenute le iniziative delle aziende nazionali delle piccole e medie imprese che utilizzano per i suoi prodotti le nuove tecnologie, si attirano gli investitori stranieri. L’efficacia del programma continua ad essere basata sul rispetto della strategia economica esterna del successo. Il governo del Kazakhstan è consapevole della necessità di sviluppare il partenariato con paesi stranieri ed è interessato ad attrarre gli investimenti. Lo Stato sta creando le condizioni favorevoli per gli investitori stranieri finanziando i progetti, fornendo l’infrastruttura necessaria, incentivi fiscali e altre misure. Noi invitiamo le aziende italiane a prendere in considerazione la possibilità di realizzare i progetti reciprocamente vantaggiosi in Kazakhstan. A nostro parere, la creazione delle imprese di alta tecnologia in agricoltura, settore metallurgico, alimentare e l’industria leggera, prodotti farmaceutici e altri settori potrebbero diventare promettenti per la cooperazione.

Secondo lei quali settori possono attrarre l’interesse dall’Italia e per l’Italia? E in quale modo l’Italia e il Kazakhstan possono collaborare dal punto di vista politico, ecomomico e turistico?

Per due decenni, la cooperazione bilaterale tra i due Paesi è sempre stata da sempre contraddistinta dal carattere del partenariato e dagli interessi reciprocamente vantaggiosi sia in ambito politico che in quello economico.

L’Italia è un partner economico commerciale importante del Kazakhstan. Il volume annuo del commercio tra il Kazakhstan e l’Italia nel 2012 ammonta a 16,4 miliardi di dollari statunitensi. Secondo la Banca Nazionale del Kazakhstan, l’importo totale degli investimenti italiani nel periodo dal 1994 ad oggi è stato di circa 5,7 miliardi dollari statunitensi. Al tempo stesso, l’importo totale degli investimenti kazaki in Italia ha superato i 1,6 miliardi di dollari statunitensi.

In Kazakhstan, attualmente ci sono circa 200 imprese italiane che svolgono le proprie attività. La cooperazione si sviluppa in quasi tutti i settori, tra cui l’elaborazione di giacimenti minerari, la trasformazione di prodotti agricoli, alimentari e industria leggera, macchinari agricoli, l’energia, la produzione di beni di consumo.

Quest’anno nel messaggio al popolo del Kazakhstan il Capo del nostro Stato ha presentato un programma di modernizzazione sociale ed economica. Affronteremo due obiettivi interrelati. Il primo è sviluppare l’economia, l’industria e l’agricoltura. A questo proposito, la realizzazione dei nuovi progetti industriali diventa attuale. Abbiamo in programma di sviluppare attivamente il settore elettro-energetico, che sarà necessario per lo sviluppo del settore. Nei nostri piani c’è l’ampliamento a livello nazionale della rete di distribuzione del gas, attraverso la costruzione di una rete di gasdotti nazionali. Abbiamo in programma di sviluppare l’industria del gas-chimico e società di raffinazione del petrolio. Questi e molti altri progetti sono una buona opportunità per gli investitori stranieri interessati, tra cui gli italiani che invitiamo sempre a lavorare con noi.

Il secondo obiettivo strategico è di modernizzare il settore sociale, aumentare il livello di benessere del nostro popolo. Credo che i nostri piani per implementare un programma su vasta scala di posti di lavoro, costruzione edilizia, lo sviluppo delle regioni, le sfere dell’istruzione e della salute interesseranno molti dei nostri partner e rappresentanti del mondo d’affari italiani. Inoltre, nell’ambito del Programma di Stato dello sviluppo industriale-innovativao forzato del Kazakhstan, in quasi tutte le regioni del Paese si stanno sviluppando attivamente le infrastrutture turistiche. Si sta svolgendo il grande lavoro per attirare gli investimenti stranieri in questi settori, ai quali siamo interessati a vedere anche gli investitori italiani.

Come sapete, l’anno scorso per il Kazakhstan è stato caratterizzato dalla clamorosa vittoria – abbiamo vinto la gara per ospitare ad Astana nell’anno 2017 l’esposizione mondiale Expo, il cui tema è dichiarato “Energia del Futuro”, che implica l’uso delle cosiddette tecnologie “verdi”. Questo argomento è conforme e ha molto a che fare con il tema di Expo 2015 a Milano. Si aprono anche nuove strade per attivare l’interazione tra i nostri paesi. Colgo l’occasione per invitare la comunità imprenditoriale d’Italia per collaborare nella costruzione degli oggetti e nella preparazione per l’Expo 2017. Lo svolgimento di questo grande evento è ben noto in tutto il mondo e ci permetterà non solo di popolarizzare il Kazakhstan come un Paese modernizzato e attraente centro turistico, ma anche per aumentare il componente ecologico nell’economia del nostro paese.

La cooperazione culturale tra i due Paesi si sta sviluppando con successo. La politica e l’economia del paese possono cambiarsi, ma la cultura è il patrimonio di ogni paese. Pertanto, i legami culturali tra i nostri Paesi sono molto importanti. A questo proposito, stiamo anche lavorando attivamente sia attraverso l’Ambasciata del Kazakhstan in Italia che a livello di governi e ministeri competenti dei due Paesi. Ripetutamente in entrambi i Paesi si sono svolti concerti e mostre. Ma queste relazioni bisogna svilupparle ancora di più. L’Italia è un grande Paese, ed è necessario promuovere il Kazakhstan non solo a Roma ma anche nelle altre città e regioni. In Italia, c’è un senso di grande interesse per la cultura kazaka.

Noi sappiamo che recentemente in Kazakhstan è stato scoperto un ulteriore giacimento di idrocarburi. Potrebbe raccontare di questo più dettagliatamente?

Durante la prova di un pozzo esplorativo nella zona Zhambyl nella piattaforma kazaka del mar Caspio è stato estratto un flusso di petrolio con una resa di 60 tonnellate al giorno. Svolgeremo ulteriori studi di questo oggetto, ma possiamo parlare già da adesso della scoperta di un nuovo giacimento. Dopo Kashagan – Zhambyl è il primo giacimento marino. Sessanta tonnellate al giorno è un buon indicatore, è superiore ai valori medi di un certo numero di produzione dei giacimenti in Kazakhstan.

Secondo i risultati preliminari di esplorazione geologica, il totale delle riserve stimate del nuovo giacimento di petrolio è composto da più di 120 milioni di tonnellate.

Dopo il 1991, in Kazakhstan sono stati aperti alcuni giacimenti simili. Per esempio, nel 2003 è stato scoperto il giacimento di Aktoty con riserve di oltre 200 milioni di tonnellate, nel 2003 è stato scoperto il giacimento di Kairan con le riserve di oltre 150 milioni di tonnellate, nel 2002 è stato scoperto il giacimento di Kalamkas del Nord (mare), con le riserve di oltre 156 milioni di tonnellate e nel 2006 è stato scoperto il giacimento di Truva del Nord con oltre 100 milioni di tonnellate.