Parigi resterà fino a luglio in Mali

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MALI – Bamako. Le truppe francesi resteranno in Mali, almeno fino a luglio 2013, vista la resistenza più dura del previsto dei combattenti islamici e nonostante in precedenza il governo Hollande avesse promesso di iniziare il ritiro nel giro di poche settimane.

 

Parigi aveva descritto l’intervento in Mali come operazione contro al-Qaeda rapida e limitata; secondo i piani iniziali i suoi 4.000 soldati presenti iin Mali a marzo avrebbero dovuto consegnare i compiti di sicurezza ad una forza militare africana.

Ma il confronto militare sulle montagne del deserto del Sahara è elevato e c’è la minaccia crescente che i militanti utilizzino strumenti terroristici già visti in altri scenarti. 

La scelta del luglio 2013 è legata alla possibilità per il Paese di tenere elezioni politiche.

Un ritiro francese a marzo resta probabile ma dovrebbe essere ridotto e simbolico, ma lascerebbe in teatro una robusta forza per cercare di mantenere la pace in un paese povero e travagliato.

La Francia, dopo 11 anni di presenza in Afghanistan, ha speso più di 100 milioni di euro in Mali nelle ultime sei settimane, e ora si trova di fronte alla prospettiva di un altro intervento lungo e costoso.

Le forze contro cui si stanno scontrando i francesi apparterebbero ad al-Qaeda nel Maghreb islamico. Aqim è uno dei tre gruppi che controllavano il nord del Mali prima dell’intervento francese dell’11 gennaio; gli estremisti, ora, si stanno preparando ad una lunga lotta, fatto non voluto dai politici francesi che cercano di minimizzare l’intervento. Dopo la lunga partecipazione alla missione della NATO in Afghanistan, e dopo l’intervento teso a rovesciare Muammar Gheddafi in Libia, Parigi è cauta a impantanarsi in un’altra guerra.

I francesi hanno sintetizzato la loro strategia militare in tre punti: fermare l’avanzata di jihadisti verso Bamako, la capitale; liberare le città del nord; sradicare i capisaldi ribelli vicino al confine algerino e poi passare la palla alla coalizione africana. Questo terzo punto ha subito una brusca battuta d’arresto, dopo l’uccisione di una trentina di soldati del Ciad impegnati nelle operazioni. questo fatto ha raffreddato la presenza africana e la sua partecipazione alle operazioni per timori di contraccolpi interni.

L’Ecowas ha deciso di raddoppiare il numero di truppe che avrebbe mandato in Mali, portandolo a 8000, in un recente summit regionale in Costa d’Avorio.

I 15 membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale «faranno in modo che gli stanziamenti per soddisfare i bisogni legati aldispiegamento di truppe supplementari siano soddisfatte e senza ritardo» ha fatto sapere la commissione del presidente ivoriano Kadre Desire Ouedraogo.

Nel frattempo, il 28 febbraio, il parlamento tedesco ha autorizzato con una maggioranza di 330 membri, l’invio di un contingente militare in teatro.

Berlino ha già inviato tre aerei da trasporto, e un gruppo di addestratori militari, un team medico e di un piano di rifornimento aereo per le operazioni in Mali.