Meno ambasciate per il Pakistan

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PAKISTAN – Islamabad 06/5/13. Il governo pachistano sta progettando di chiudere 22 rappresentanze diplomatiche all’estero, oltre a ridurre benefici e privilegi dati ai diplomatici e al personale in servizio all’estero, a causa di vincoli di bilancio.

La chiusura di ambasciate e consolati ridurrebbe di un quarto la presenza del Pakistan a livello globale; Islamaband ha circa 70 ambasciate in tutto il mondo. Cinque missioni individuate per la chiusura immediata sono quelle di Port Louis (Mauritius), Santiago (Cile), Naimey (Niger), Belgrado (Serbia) e Sarajevo (Bosnia). Inoltre, il progetto di aprire un consolato nella città iraniana di Bandar Abbas è stato accantonato. La chiusura ha lasciato molti osservatori perplessi: il governo aveva manifestato l’intenzione di concentrarsi sulla diplomazia commerciale, ma le chiusure in America Latina e in Africa potrebbero limitare le prospettive pachistane di raggiungere i mercati emergenti in quelle regioni. Allo stesso modo, fino al 2012 si era concentrata l’attenzione sullo sviluppo di legami militari con la Serbia per diversificare gli appalti della difesa; il Pakistan aveva a lungo perseguito il progetto di Bandar Abbas con le autorità iraniane, tanto da prevedere stanziamenti poiché il consolato di Bandar Abbas sarebbe stato importante per il progetto del gasdotto con Teheran o per lo sviluppo del corridoio commerciale Nord-Sud. L’annuncio della chiusura arriva sulla scia della decisione del governo di ridurre tutte le spese non legate allo sviluppo del 30 per cento, per centrare l’obiettivo di risparmiare 40 miliardi di rupie nel 2013, riducendo le spese di vari ministeri. Il bilancio stanziato per l’anno fiscale 2013-14 per le missioni all’estero è 10,9 miliardi di rupie. Le misure di austerità proposte comprendono anche una serie di altri tagli alla spesa.