L’Osint di Hamas

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STRISCIA DI GAZA – Gaza 14/08/2013. Se la rivoluzione corre sul web, allora, da bravi rivoluzionari, meglio controllare il web. 

Hamas fa Osint per controllare i social network in cui si contesta la sua politica.

Al Monitor ci informa infatti che la sicurezza interna di Hamas ha formato una speciale unità per monitorare i social media, leggere gli articoli e commenti che vengono lì pubblicati, valutarne l'”istigazione” ad agire contro Hamas, per contrastare in anticipo le proteste dei giovani soprattutto.

Ispirati dalle esperienze della Primavera araba, gli attivisti si sono sempre rivolti a Facebook per esortare i palestinesi nella Striscia di Gaza a sollevarsi contro il governo. L’ultima è stata una chiamata contro il governo e contro lo scisma palestinese.

Il 15 marzo 2011, dei giovani attivisti hanno usato i social media per organizzare alcuni grandi raduni che denunciarono la frattura tra Hamas a Gaza e Fatah in Cisgiordania.

I social network, in particolare Facebook, sono una fonte importante di informazioni di sicurezza: da Facebook, le autorità possono sapere dove e quando l’attività si svolgerà e possono così prepararsi a contrastarla. La sorveglianza non è limitata alle pagine Facebook dei giovani attivisti, ma anche di ciò che i giornalisti di Gaza pubblicano contro Hamas. Diversi giornalisti hanno ricevuto minacce di morte anonime per telefono.

come Emad Drimly, direttore dell’ufficio della agenzia Xinhua a Gaza, dopo aver pubblicato sul suo account di Facebook quello che era stata considerata una presa di posizione a sostegno dei manifestanti anti Morsi. Hamas precedentemente aveva accusato l’intelligence israeliana di cercare di reclutare agenti a Gaza attraverso i siti di social-networking, utilizzando nomi falsi per attirare i potenziali agenti con incentivi finanziari e sessuali.

«L’Intelligence israeliana sta sfruttando i siti di social network per raccogliere informazioni sui cittadini e ricattarli a fini di spionaggio», si legge un comunicato del ministero dell’Interno del maggio 2012. Un rapporto sui social media arabi pubblicato dalla Scuola del Governo di Dubai nel luglio 2012 ha detto che il 21,2% dei palestinesi hanno un account Facebook, mentre i media locali dicono che la percentuale è pari al 40%: «I siti di social network, in particolare Facebook e Twitter, sono un’arma pericolosa che viene temuta dai vari governi dei paesi arabi, tra cui Gaza, perché permette una comunicazione veloce tra i giovani. Le rivolte arabe, gestite dai social network, hanno sollevato la paura degli apparati di sicurezza».