ONU. Duterte dovrebbe andare dallo psichiatra

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Onu e governo filippino sono ai ferri corti per il trattamento riservato da Manila agli investigatori Onu sui diritti umani. La bomba è esplosa quando l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, ha detto che il presidente del paese, Rodrigo Duterte, ha bisogno di una «visita psichiatrica», riporta Gulf News.

Origine della discordia è l’inclusione, da parte del governo filippino, di uno degli investigatori sui diritti umani delle Nazioni Unite nell’elenco di 600 persone, dichiarate terroriste comuniste. 

In una petizione depositata in un tribunale di Manila lo scorso mese, il dipartimento di giustizia ha elencato più di 600 persone che voleva fossero definite come ribelli per aver fatto atti di terrorismo, nel tentativo di minare il governo. Tra questi 600 c’è il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, Victoria Tauli-Corpuz, accusata di essere uno dei vertici dei ribelli maoisti.

La petizione, resa pubblica il 9 marzo, darebbe al governo il potere di monitorare da vicino i movimenti e limitare le risorse di chiunque si trovi sulla lista.

Tauli-Corpuz ha denunciato il governo per averla bollata come terrorista e aver messo a repentaglio la sua vita. L’Onu ha detto che le accuse sono un atto di rappresaglia per la recente critica di Tauli-Corpuz agli attacchi e alle uccisioni di indigeni Lumad nelle Filippine, accusando il governo di aver violato la Convenzione Onu sui diritti umani.

Nel condannare le azioni del governo di Duterte il diplomatico giordano Zeid Ra’ad Al Hussein, ha dichiarato che Duterte «ha bisogno di sottoporsi ad una sorta di esame psichiatrico. Questo tipo di commento è inaccettabile. Questi attacchi non possono restare senza risposta, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite deve prendere posizione».

Già nel 2017, Duterte ha definito l’Onu “stupido” per la sua condanna della guerra alla droga condotta da Manila.

Luigi Medici