ONG. Via le mani dai migranti 

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C’è sempre un sottile filo rosso sulla questione migranti, al di la delle prese di posizioni: sì li vogliamo i migranti, no non li vogliamo, che lasciamo ad altre testate, che è quello della relazione tra ONG e trafficanti di esseri umani.

Perché al di là delle norme, della giurisprudenza e dei diritti, in gioco ci sono le vite di giovani che dopo aver provato a cercare lavoro nei paesi africani e avendo fallito cercano la via dell’Europa, molti di loro non sanno nemmeno dov’è l’Europa, si fidano di chi gli dice: al di là del mare c’è un futuro. L’ultimo caso in ordine di tempo, ma solo per questioni temporali, è quello della Open Arms, che sta per vincere una battaglia con l’Europa. 

Sei Stati dell’Unione europea, tra cui la Spagna, si prenderanno carico dei migranti trasportati dalla nave. Eppure secondo un articolo apparso sulla Nation, edizione digitale, c’è poco da gioire. Perché a guadagnare non saranno i migranti che per inciso se non soddisferanno le commissioni giudicanti rientreranno nei loro paesi di origini, ma che almeno per ora sono salvi, saranno soprattutto i trafficanti di uomini. 

In un articolo apparso il 15 agosto sulla lanaciondigital.es versione digitale, l’eurodeputato Hermann Tertsch svela la strategia delle ONG per riempire l’Europa di clandestini una relazione strana tra capitani di navi quelle dei migranti e quelle delle ONG . 

Il metodo è sempre lo stesso a quanto si apprende dal giornale, che pubblica un post dell’utente Twitter @Encamtado1 cha postato un video (si può vedere alla fine della notizia apparsa su lanaciondigital.es del 15 agosto) che chiarisce tutto. In essa si può vedere il capitano dell’Andreu Rullan che parla in modo amichevole al trafficante di esseri umani Ramzi Ali, della banda criminale Al-Bija Boys. Rullan chiede al trafficante da dove arriveranno i prossimi immigrati per salvarli. Questo aspetto che si vuole nascondere, ovvero dei rapporti tra trafficanti e navi ONG, non fa che aumentare il giro di affari dei trafficanti che così possono alzare il prezzo del viaggio ai giovani in cerca di fortuna al di là del mare, tenendo conto delle maggiori possibilità di successo del viaggio.

Il lavoro dell’organizzazione di Ali, sempre secondo la testata, è quello di trasportare in sicurezza i clandestini da dove salpano fino a dove le ONG li imbarcheranno. Tra gli altri reati, commessi da questi trafficanti di uomini: tratta di esseri umani, traffico internazionale di droga e commercio illegale di petrolio. Quindi di fatto le ONG, spesso finanziate da progetti pubblici, intrattengono relazioni con dei criminali per salvare vite in mare.  Un articolo è uno spazio breve per approfondire l’argomento, ma dei trafficanti abbiamo parlato nel nostro libro: Migranti, Storie di un fenomeno. Quello che ci si chiede è: non è forse meglio se la gestione dei migranti in mare, dei loro salvataggi, fosse gestita dagli stati e non dalle ONG?  

Graziella Giangiulio e Antonio Albanese