Il diritto salverà i jihadisti

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OLANDA- Aja. 05/10/14. In Olanda vi sono stati 11 arresti con relativo mandato di comparizione per terrorismo. Sei di loro sono finiti in carcere, gli altri hanno i domiciliari.

Secondo il Ministero Opnebaar i sospetti formavano una cellula terroristica hanno lavorato insieme e le attività sono stati poi divise in base alle specifiche competenze. Così alcune persone erano responsabili per il reclutamento di giovani per la lotta in Siria, altri avevano a che fare con i social media. Un altro era il leader religioso dice Herman Bolhaar, Presidente del Consiglio dei Procuratori Generali. Tra gli indagati vi è Azzedine C., alias Abou Moussa, fatto confermato anche dal suo avvocato André Seebregts. Tra i capi di imputazione: reclutamento, sedizione e incitamento all’odio attraverso i social media e notizie. Alla fine di giugno, si è congratulato con i musulmani in Nieuwsuur con la fondazione del califfato in Siria e in Iraq. Il suo account twitter è bloccato da più di un mese. Se le accuse di appartenenza a un’organizzazione terroristica reggeranno la pena sarà più severa. Secondo l’avvocato Seebregts invece le accuse potrebbero cadere in quanto. «Ci sono stati pochissimi di questi processi». L’avvocato si aspetta che il ragazzo venga rilasciato sulla parola. «La questione è se il reato possa sussistere in quanto si parla di preferenza per il califfato rispetto alla democrazia da un social media». Secondo Seebregts c’è solo una prova indiretta. «Ci sono solo persone che dicono di aver sentito che lo fanno». Il sospetto, secondo l’avvocato sulla base di “voci”. Secondo l’avvocato i convenuti si confrontavano con la Hofstad – un gruppo di giovani musulmani radicali a L’Aia e Amsterdam, che si è riunito regolarmente nella casa di Amsterdam di Mohammed Bouyeri, l’assassino di Theo van Gogh, ma non perché stanno complottando attentati nei Paesi Bassi».
Ai primi di dicembre, la prima udienza preliminare è prevista. Il processo è prevista per la primavera 2015.
Il ministro Opstelten ha recentemente affermato che l’accusa deve essere dura contro jihadisti. «I radicali islamici sono cresciuti fortemente negli ultimi anni. L’intensificazione dei controlli è necessaria per evitare che giovani vulnerabili siano arruolati per andare in Siria o in Iraq. Non solo mediante il diritto penale, ma anche attraverso l’assistenza e la cura».