NUOVA ZELANDA. Rinnovato l’accordo di libero scambio tra Wellington e Pechino

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La Nuova Zelanda ha annunciato il 4 novembre di aver concluso un accordo per aggiornare il suo accordo di libero scambio con la Cina, oggetto di negoziati per anni.

L’accordo aggiornato renderà l’esportazione in Cina più facile e ridurrà i costi di conformità per le esportazioni neozelandesi di milioni di dollari ogni anno, ha detto il ministero del Commercio in una dichiarazione. L’aggiornamento assicurerebbe che quasi tutto il legno della Nuova Zelanda ed il commercio di carta della Nuova Zelanda in Cina avrà un accesso preferenziale durante i prossimi 10 anni, ha detto.

«Questo assicura che il nostro accordo di libero scambio aggiornato rimarrà il migliore che la Cina ha con qualsiasi paese», ha detto il primo Ministro Jacinda Ardern nella dichiarazione rilasciata dopo il suo incontro bilaterale con il premier cinese Li Keqiang in Thailandia all’East Asia Summit.

L’aggiornamento inoltre assicura un impegno da parte di Pechino per promuovere la protezione dell’ambiente e garantire che gli standard ambientali non siano utilizzati per scopi protezionistici commerciali, ha poi aggiunto.

La Nuova Zelanda è stato il primo paese sviluppato a firmare un accordo di libero scambio con la Cina nel 2008. Negli ultimi tre anni ha lavorato con Pechino per aggiornarlo, riporta Scmp.

La Cina è il principale partner commerciale della Nuova Zelanda, con un commercio bilaterale annuale che di recente ha superato i 32 miliardi di dollari neozelandesi. Dopo una crisi legata a diverse posizioni nell’area del Pacifico e aver rifiutato l’offerta 5g di Huawei, i legami sono migliorati dopo il viaggio di Ardern a Pechino all’inizio di quest’anno.

La Nuova Zelanda ha detto che le condizioni esistenti sono state mantenute sul commercio lattiero-caseario in questo aggiornamento, con tutte le tariffe di salvaguardia da eliminare entro poco più di due anni per la maggior parte dei prodotti e quattro anni per il latte in polvere.

Nel frattempo, l’Australia e la Cina hanno detto che lavoreranno insieme per riparare il loro rapporto bilaterale, offuscato dalle accuse che Pechino abbia commesso attacchi cyber e tentato di interferire negli affari interni di Canberra.

Il primo Ministro australiano Scott Morrison e Li si sono incontrati il 3 novembre in Thailandia in vista dell’East Asia Summit, dove entrambi hanno promesso di cercare di migliorare il rapporto del valore di oltre 180 miliardi di dollari australiani nel commercio nei due sensi l’anno scorso.

L’incontro ha avuto luogo pochi giorni dopo che la Cina ha presentato un reclamo formale dopo che il ministro degli Esteri australiano Marise Payne ha detto che Canberra avrebbe tenuto Pechino a rendere conto dei suoi casi di rispetto dei diritti umani.

La Cina è stata condannata per aver creato complessi nel remoto Xinjiang che descrive come “centri di formazione professionale” per eliminare l’estremismo e insegnare nuove competenze. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che almeno un milione di uiguri e altri musulmani sono stati arrestati. I commenti di Payne sono gli ultimi di una serie di rimproveri australiani alla Cina degli ultimi mesi.

Il mese scorso il ministro australiano dell’Interno Peter Dutton ha detto che la Cina stava prendendo di mira i partiti politici e le università in Australia, suscitando una forte reazione da Pechino.

In settembre, l’intelligence australiana aveva accusato la Cina responsabile di un attacco cyber contro il parlamento nazionale e tre maggiori partiti politici all’inizio di quest’anno.

Il ministero degli Esteri cinese ha negato il coinvolgimento in qualsiasi attacco di hacking.

Luigi Medici