La Repubblica di Novorossiya

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ITALIA – Roma 10/05/2014. Come si potrebbe ridisegnare la cartina politica delle coste del Mar Nero, al termine del caos ucraino?

Occorre cercare di valutare bene gli obiettivi geopolitici della Russia di Vladimir Putin che possono essere letti attraverso le parole di Sergey Lebedev, storico russo, che ha definito la regione della Transnistria, oggi largamente parte della Moldavia, ma de facto autonoma, come «la prima parte liberata della Novorossiya». Il 6 maggio sul portale Ruskline.ru, Lebedev, infatti, scrive che: «Alla Novorossiya storica appartengono territori ancora situati all’interno dell’Ucraina», a cui va aggiunto un pezzo di territorio che oggi è della Moldavia, che può essere considerato il suo «primo territorio libero: la Transnistria della Repubblica moldava». Secondo Lebedev, «la Transnistria», dal 1990 «ha vissuto con “la speranza di riunirsi alla Grande Russia. Per due decenni, non è stata in grado di farlo, ma ora la situazione sta radicalmente cambiando in base alla crisi in Ucraina e alla complicata situazione in Moldavia e Romania». Nel suo discorso con il popolo russo del 17 aprile, Vladimir Putin ha trattato direttamente la questione. Putin ha detto che al popolo della Transnistria «dovrebbe essere permesso di decidere del loro proprio destino» e che la Russia li avrebbe aiutati a farlo parole che hanno scatenato grandi preoccupazioni a Kiev, a Chisinau e a Bucarest. Secondo Lebedev, la Transnistria «per tutti gli anni della sua esistenza ha vissuto in condizioni di blocco», minacciata sia dall’Ucraina che dalla Moldavia, con la Romania che la sosteneva. Si tratta di una ricostruzione alquanto tendenziosa, però. Lo storico nazionalista confonde sviluppo etnico, evoluzione religiosa e sviluppo dello Stato, come si può spesso trovare in molti commentatori russi, sostenendo quindi che la zona, che non ha una maggioranza di etnia russa, sia di fatto una regione russa nonostante l’evidenza. Occorre ricordare che due fatti poi: a Tiraspol è di stanza la XIV Armata dell’esercito russo e il 14 marzo la Transnistria ha chiesto di essere annessa alla Federazione Russa. In Transnistria, il grande problema è rappresentato dal controllo dell’enorme deposito di armi, nella zona dai tempi dell’Urss, e la ventilata possibilità di metterlo in vendita al miglior offerente, gruppi terroristici compresi. Lebed sottolinea che i piani di Putin sono di gran lunga di più ampio respiro rispetto all’Ucraina per arrivare fino ai Balcani: la Transnistria diviene parte della Russia, la Moldavia in crisi potrebbe crollare portando all’unificazione di parte di essa con la Romania (esiste un contenzioso con Bucarest), la federalizzazione del paese e l’estensione di un arco made in Mosca teso verso i Balcani: la Novorossiya.