Oslo rischia di non sfruttare le sue riserve

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NORVEGIA – Oslo 03/04/2014. Il 3 aprile, il Norwegian Petroleum Directorate (Npd) ha annunciato che a causa degli alti costi potrebbero essere bloccate le future estrazioni delle riserve sulla piattaforma continentale norvegese.

«L’andamento dei costi nel settore petrolifero rappresenta una sfida, sia per lo sviluppo delle nuove scoperte che per gli impegni di nuovi progetti che possono aumentare il recupero di materiale da un campo», afferma il direttore dell’Npd Jan Bygdevoll in un comunicato che illustra uno studio sulle potenzialità delle riserve norvegesi. Npd ha aggiornato la sua stima delle riserve di petrolio nella piattaforma continentale della Norvegia: secondo le nuove stime, le riserve off-shore potrebbero crescere di 7,5 miliardi di barili nel prossimo decennio. Bygdevoll ha detto che i costi di perforazione sono più che raddoppiati e che potrebbero presentare una sfida per le società che intendessero esplorare e sfruttare i giacimenti petroliferi norvegesi.

«Questa crescita dei costi potrebbe minacciare la redditività dei progetti futuri (…) Se un livello elevato di costi comporta sfide sostanziali, ci sono notevoli risorse che rimangono a disposizione. Questa è una motivazione importante per trovare soluzioni nuove e sfruttare nuove risorse» ha aggiunto. Tuttavia, Npd stima che la produzione di petrolio rimarrà stabile. Meno del 40 per cento delle riserve stimate devono ancora essere formalmente scoperte. Più di 400 siti sono stati scoperti dal primo ritrovamento in mare aperto effettuato nel 1967 e la metà di questi sono già in fase di sviluppo. Finora, il governo norvegese ha stimato che più di 500 miliardi di dollari sono stati investiti nello sviluppo del settore offshore. La Norvegia è il leader europeo nella produzione di petrolio: a gennaio 2014, l’ultimo mese intero per cui sono disponibili dati, la produzione media è stata di circa 1,6 milioni di barili al giorno.