Aperto il confine Nepal-India

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NEPAL – Kathmandu 09/02/2016. Le minoranze etniche del Nepal hanno tolto un blocco che durava da quattro mesi lungo un importante punto di scambio con l’India il 8 febbraio.

La motivazione è stata sociale: non si voleva che la gente comune soffrisse ancora; i gruppi promotori hanno promesso di portare avanti le proteste in altri modi contro la nuova costituzione.
Il Fronte Madhesi uno dei quattro piccoli partiti territoriali delle pianure Terai aveva lanciato il blocco nel mese di settembre per forzare i principali partiti politici del Nepal a modificare la nuova carta e dare loro un ruolo più importante nella struttura del potere, riportano Channel News Asia e i media locali.
Ma il blocco ha portato ad una grave carenza di carburante, e la settimana scorsa i commercianti, esasperati dalla prolungata chiusura del valico di frontiera, hanno bruciato le tende degli attivisti Madhesi e rimosso le barriere che avevano messo bloccando il confine con l’India.
«Abbiamo dichiarato la fine delle proteste al confine, dello sciopero dei trasporti e della chiusura degli uffici governativi», ha detto Nath Sarbendra Shukla del Terai Madhesh Loktantrik, parte del Fronte Madhesi.
I camion hanno ricominciato a muoversi attraverso il punto di confine principale Birgunj per la prima volta in più di quattro mesi il 5 febbraio dopo che i commercianti hanno letteralmente cacciato via i manifestanti.
Il Nepal ha apportato una serie di modifiche alla costituzione per garantire una maggiore partecipazione dei madhesi in parlamento, ma i leader della comunità hanno detto che le modifiche non risolvano la questione della divisione amministrativa che al momenti divide la comunità.
Shukla ha detto che il Fronte Madhesi avrebbe cercato di mobilitare l’opinione pubblica contro la nuova costituzione con campagne di raccolta firme e incontri pubblici.