MYANMAR. Sono oltre 260mila gli sfollati

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Circa 140mila sono gli sfollati in Myanmar da settembre 2016 a causa dei conflitti armati in diverse parti occidentali e nordorientali del paese. Secondo quanto riporta l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, Ocha, la maggior parte degli sfollati sono membri della minoranza musulmana Rohingya nello stato di Rakhine, colpiti da una campagna militare di rappresaglia lanciata dopo un attacco contro tre posti di controllo della polizia di frontiera il 9 ottobre 2016.

Secondo l’Ocha, ripreso da Efe, 74000 sfollati sono oggi nei campi profughi in Bangladesh, mentre altri 20000 sono rimasti all’interno del Rakhine.

Altri 36000 hanno dovuto lasciare le loro case negli stati di Shan e Kachin a causa di nuovi scontri tra l’esercito del Myanmar e una coalizione di gruppi etnici nel nord-est Myanmar.

Circa 20000 persone hanno attraversato il confine con il territorio cinese per fuggire dal conflitto, hanno confermato la scorsa settimana le autorità di Pechino.

Queste cifre portano il numero totale degli sfollati in tutto il paese a causa di conflitti armati e di violenza etnica a 260000, secondo l’ultima stima Ocha.

L’Onu ritiene che circa 60000 sfollati sono ancora dentro il paese, nelle zone in cui gli aiuti umanitari non possono raggiungere, tra cui il Rakhine, nonostante le autorità abbiano dichiarato la fine dell’operazione di sicurezza il 15 febbraio.

Secondo Ocha, molti rifugiati hanno fatto ritorno alle loro case e le autorità del Myanmar hanno permesso una graduale ripresa delle attività umanitarie.

Diverse organizzazioni hanno segnalato ogni sorta di atrocità, commessa dai militari durante la campagna.

Gli scontri a Shan e Kachin, vicino al confine con la Cina, hanno ucciso circa 150 persone, tra ribelli, soldati e civili, tra novembre e dicembre 2016.

Sette gruppi armati hanno respinto il piano di pace proposto dal governo del Myanmar, guidato di fatto da Aung San Suu Kyi, mentre l’esercito del Myanmar, che ha ampi poteri derivanti dalla Costituzione e dal potere di veto in Parlamento, continua la sua offensiva.

Una maggiore autonomia è la domanda principale di quasi tutti i gruppi di minoranza in Myanmar, che includono le zone di Chin, Kachin, Karen, Kokang, Kayah, Mon, Rakhine, Shan e Wa e rappresentano oltre il 30 per cento dei 48 milioni di abitanti del paese.

Lucia Giannini