MYANMAR. HRW accusa il governo di aver distrutto le prove dei massacri

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Human Rights Watch ha chiesto al governo del Myanmar di fermare la demolizione dei villaggi abbandonati dalla minoranza Rohingya, nello stato del Rakhine, da dove quasi 700000 membri della comunità sono fuggiti in Bangladesh. Per Hrw, le immagini satellitari hanno rivelato che il governo ha abbattuto decine di insediamenti Rohingya e ha aggiunto che dovrebbero essere conservati invece come “scene del crimine” per indagare sulle accuse di atrocità contro i militari.

L’esodo rohingya è iniziato dopo il 25 agosto 2017, quando l’esercito ha condotto una campagna di rappresaglia per gli attacchi di un gruppo ribelle rohingya contro edifici del governo e postazioni della polizia.

Secondo quanto emerge dalla dichiarazione di Hrw, dalla fine del 2017 le autorità hanno utilizzato macchinari pesanti per sgombrare ed abbattere le strutture di almeno 55 villaggi e dei villaggi demoliti, dei quali almeno due erano in precedenza intatti. Tra il 9 gennaio e il 13 febbraio, i bulldozer militari hanno raso al suolo due insediamenti nel villaggio di Myin Hlut, che sono apparsi intatti nelle immagini del novembre 2017, ha denunciato l’ong.

Da qui l’accusa di Hrw: demolire deliberatamente i villaggi per distruggere le prove di gravi crimini è ostruzione della giustizia. Hrw ha detto che 362 villaggi Rohingya erano già stati completamente o parzialmente rasi al suolo durante la campagna militare dello scorso anno.

Il rimpatrio dei rifugiati rohingya, pari a circa 688000 persone, avrebbe dovuto iniziare entro i due mesi successivi al 23 novembre, quando è stato firmato un accordo tra Bangladesh e Myanmar, ma il Bangladesh ha deciso di rimandare il processo a gennaio. Hrw e altre organizzazioni per i diritti umani hanno espresso dubbi sull’impegno del governo del Myanmar a rimpatriare, e queste condizioni non erano adeguate per il ritorno delle rohingya, riporta Efe. L’ong ha chiesto che i rappresentanti delle Nazioni Unite abbiano accesso al Rakhine per studiare le accuse di omicidio, stupro e altri crimini commessi dall’esercito.

Maddalena Ingrao