MYANMAR. Cina e India, prossime alla guerra, cercano sponda a Naypyidaw

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Il Myanmar sta assumendo due valore strategico elevato alla luce del rinnovato confronto tra India e Cina che stanno dislocando truppe lungo il loro confine settentrionale, con una tensione elevata e foriera di conflitto aperto. Il Myanmar potrebbe così essere presto spinto e tirato in direzioni opposte mentre si svolge la grande battaglia per il controllo dell’area, riporta Asia Times.

Il Myanmar è saldamente incuneato tra i due giganti asiatici. I gruppi insorgenti indiani hanno mantenuto dei rifugi all’interno del Myanmar sin dalla fine degli anni Sessanta, da dove hanno lanciato incursioni negli stati confinanti dell’India per poi ritirarsi in sicurezza oltre il confine, al di là della portata delle forze indiane. Le autorità del Myanmar, impegnate nel contrastare minacce poste da insurrezioni etniche in altre parti del paese, hanno sempre guardato dall’altra parte, negando l’esistenza dei campi di addestramento. Tutto fino agli inizi del 2019, quando le autorità hanno fatto irruzione nel quartier generale degli insorgenti indiani. 

Il raid dell’anno scorso e il rimpatrio dei ribelli in India avvenuto quest’anno segna un importante cambiamento nella politica estera del Myanmar. L’influenza di Pechino, che risale alla fine degli anni Ottanta e Novanta, quando i cinesi hanno approfittato delle sanzioni e dei boicottaggi occidentali per entrare seriamente nel Paese con investimenti, prestiti, crediti e vendite di armi, è diminuita, dopo che il governo del Myanmar ha attuato varie riforme politiche a partire dal 2011, fino alle elezioni del 2015. L’Occidente si è mosso per rilanciare il paese, ma la situazione è cambiata di nuovo con la crisi dei rifugiati rohingya nel 2017.

L’atteggiamento dell’Occidente ha fatto sì che la Cina tornasse protagonista stavolta attraverso il programma della Nuova Via della Seta con l’obiettivo di creare un corridoio strategico che colleghi la Cina sud-occidentale senza sbocco sul mare con l’Oceano Indiano attraverso il Myanmar.

L’esercito del Myanmar teme ora che il Paese possa diventare uno Stato cliente cinese più di quanto non fosse sotto il diretto dominio militare prima delle riforme del 2011-2012.

I vertici militari del Myanmar si sono recentemente rivolti maggiormente alla Russia, un altro vecchio alleato, per l’addestramento militare e la fornitura di hardware militare, compreso un contratto da 204 milioni di dollari per l’acquisto di sei caccia Sukhoi SU-30M. Nel gennaio 2018, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si è recato in Myanmar dove ha incontrato il comandante in capo del Paese, il generale Min Aung Hlaing. Sono stati raggiunti diversi accordi sulla fornitura di attrezzature militari e sulle indennità per il Myanmar per l’invio di personale militare per l’istruzione nelle scuole russe.

A differenza dell’Occidente, la Russia non ha condannato i militari e il governo del Myanmar per la persecuzione dei rohingya; così come l’India, che è desiderosa di contrastare la crescente influenza della Cina nell’area. Nel 2017, quando la Gran Bretagna ha annunciato la sospensione dell’addestramento dell’esercito del Myanmar, l’India e il Myanmar «ha annunciato di voler addestrare i marinai del Myanmar (…) presso le unità d’elite indiane», riporta Reuters.

Nel novembre 2017, l’India e il Myanmar hanno tenuto le loro prime esercitazioni militari bilaterali, incentrate sulle “operazioni di mantenimento della pace”. Nel marzo 2018, la marina indiana e quella del Myanmar hanno condotto una prima esercitazione congiunta nel Golfo del Bengala, dove l’India ha recentemente segnalato numerose incursioni di sottomarini cinesi.

Pechino non può negare i legami militari del Myanmar con la Russia, ma il rapido miglioramento della cooperazione in materia di sicurezza tra il Myanmar e l’India, sua rivale, è un’altra questione. La Cina non è più l’unico grande attore in Myanmar, ma data l’importanza strategica del suo programma della Nuova Via della Seta nel Paese potrebbe ancora cercare il modo di sventare i nuovi progressi dell’India.

Tommaso dal Passo