MEDITERRANEO ORIENTALE. Ankara protesta per la militarizzazione dell’isola greca Chio

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La Turchia si è lamentata che la Grecia ha militarizzato l’isola di Chio in una mossa contraria a un precedente trattato, mentre allo stesso tempo Ankara ha annunciato l’estensione dell’attività di perforazione nelle acque del Mediterraneo. L’Ufficio Turco delle Forze Navali per la Navigazione, l’Idrografia e l’Oceanografia, Ohno, ha fatto l’annuncio della militarizzazione di Chios in un telex di navigazione nei giorni scorsi. Chios si trova di fronte alla provincia turca di Izmir/Smirne.

La Turchia si oppone allo schieramento militare della Grecia nelle isole del Mar Egeo, considerandola una provocazione e una minaccia per la pace e la sicurezza nel Mediterraneo orientale. Il riarmo delle isole demilitarizzate dell’Egeo è sempre stato un problema spinoso tra i due paesi vicini. La Turchia sostiene che, secondo il Trattato di Losanna del 1923, il trattato finale che conclude la prima guerra mondiale, la Grecia non ha il diritto di militarizzare le isole dell’Egeo, riporta Press Tv.

La Grecia, tuttavia, cita la più recente Convenzione di Montreux del 1936 sullo Stretto turco per difendere i suoi schieramenti. Anche la Turchia contesta questo argomento, dicendo che lo status di demilitarizzazione rimane lo stesso secondo la convenzione.

La Turchia, inoltre, ha emesso un nuovo avviso marittimo per estendere le operazioni di una nave per la trivellazione energetica nelle acque del Mediterraneo al largo di Cipro. Il nuovo avviso è stato emesso per la nave di perforazione Yavuz, prorogando le operazioni fino al 12 ottobre.

Secondo l’avviso, la Yavuz sarà scortata da altre tre navi turche, e «tutte le navi sono vivamente invitate a non entrare» nella zona in cui operano i vascelli turchi. Cipro è divisa dal 1974, con il terzo settentrionale gestito da un’amministrazione turco-cipriota riconosciuta solo dalla Turchia e i due terzi meridionali governati dal governo greco-cipriota riconosciuto a livello internazionale.

La Turchia è impantanata in una controversia con la Grecia, che sostiene il governo greco-cipriota. Le tensioni tra Ankara e Atene sono aumentate dopo che il mese scorso Ankara ha ripreso i lavori di esplorazione energetica in una zona contesa del Mediterraneo orientale. La Turchia ha fatto rientrare la Oruc Reis, nave da ricerca sismica dalle acque contese con la Grecia per manutenzione, ma i rapporti anche con l’Ue sono rimasti tesi. La Francia, in particolare, ha sostenuto in modo deciso la Grecia, rafforzando la presenza militare nella zona contesa e conducendo esercitazioni congiunte con i militari greci. Sabato scorso, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito il suo omologo francese Emmanuel Macron di «non mischiarsi» con gli interessi della Turchia, e le tensioni tra i due alleati della Nato si sono acuite a causa della situazione di stallo tra Ankara e Atene.

Nel frattempo, martedì scorso Atene ha annunciato di essere pronta per i colloqui con la Turchia sulle acque del Mediterraneo se Ankara continuerà a “disimpegnarsi” dalla crisi, dopo il ritiro della sua nave da esplorazione dalla regione contesa: «La Turchia ha ancora tempo – prima e dopo il vertice (UE) – per continuare il primo incoraggiante passo per uscire dalla crisi», ha detto il primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis dopo i colloqui ad Atene con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Se avremo una prova tangibile e questa (prova) continuerà, siamo pronti ad iniziare immediatamente – lo sottolineo subito – i colloqui esplorativi con la Turchia riguardo alla nostra unica grande controversia: la demarcazione delle zone marittime nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale», ha detto il premier di Atene.

Luigi Medici