Studenti universitari nel mirino dei reclutatori

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MAURITANIA – Nouakchott. 02/05/15. I Paesi del Maghreb adottano una strategia comune di lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Fonte Alaan.tv

A dirlo i Ministri dell’Interno di cinque paesi del Maghreb arabo (Algeria, Tunisia, Marocco, Libia, Mauritania) riuniti a Nouakchott. Si tratta di una strategia di lotta nuova contro il terrorismo e la criminalità organizzata, che prevede un maggiore monitoraggio del reclutamento jihadista su internet, in particolare sui social networking, internet è tra gli strumenti più importanti usati dai criminali per attrarre i giovani. La dichiarazione è stata rilasciata dal ministro per gli interni della Mauritania, Mohamed Salem Ould Ahmed. Il summit a Nouakchott nasce per rafforzare il controllo dello Stato sul riciclaggio di denaro, per mettere fine al finanziamento al terrorismo. «Il Consiglio ha chiesto e potenziato il controllo delle reti Internet, in particolare i social network, che sono tra i mezzi più importanti usati dai criminali per attrarre i giovani». La dichiarazione ha aggiunto che «i gruppi terroristici stanno utilizzando queste reti per reclutare giovani e li inviano in zone di conflitto», si tratta per lo più di studenti provenienti da paesi in via di sviluppo per fermare questo flusso bisogna «rafforzare il controllo su il riciclaggio di denaro, al fine di asciugare il finanziamento del terrorismo». Ha spiegato Mohamed Salem Ould Ahmed. «I ministri hanno convenuto» di adottare un «approccio globale che tenga conto di tutti gli aspetti, culturali, educativi, religiosi, economici e sociali per affrontare le cause profonde delle sfide alla sicurezza». La «dimensione dei cambiamenti ed eventi gravi successi in Marocco e nei Paesi vicini hanno portato ad un incontro “regionale” che ha deciso di «intensificare lo scambio di informazioni e la piena cooperazione per frenare il flagello del terrorismo e della criminalità organizzata». Dure critiche sono arrivate dal segretario generale del Ministero della Libia che ha parlato della situazione interna alla Libia. dOmar Hassan Dbash ha riferito che nel suo paese: «Organizzazioni terroristiche come Al-Qaeda e Daash stanno cercando di fare della Libia il quartier generale dei loro crimini, a causa della mancanza dello Stato». E poi ha aggiunto: «Queste organizzazioni non si fermeranno di fronte a nulla, non riconoscono la democrazia o i diritti umani, e devono essere affrontavate con forza rappresentano un pericolo per l’intero mondo». «Dopo il conflitto armato dalla scorsa estate, quando il potere del paese si è diviso in due, dando vita a due governi, è arrivato il caos in Libia e con esso l’ascesa di gruppi estremisti, tra cui al Daash che controlla le zone a Sirte, città costiera, che si trova 450 chilometri a est di Tripoli».
              

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