MAURITANIA. La Sahel Force opera al minimo per mancanza di fondi 

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La forza G5 Sahel, forza congiunta di cinque paesi della regione del Sahel incaricati di combattere i militanti islamici di Boko Haram e Al-Qaida, è in crisi per mancanza di finanziamenti e manca di coordinamento tra gli Stati membri, fatto che sembra minare le sue capacità antiterrorismo.

Secondo il Center for Strategic and International Studies di Washington, ripreso da VoA: «Nessuno dei paesi del G5 ha fondi o competenze sufficienti da solo o in cooperazione per fare ciò che è necessario per indebolire significativamente i gruppi terroristici nella regione». Secondo Mahamadou Nimaga, ambasciatore del Mali a Washington: «Il terrorismo non può essere sconfitto solo da azioni militari e di sicurezza. Dobbiamo elaborare programmi coerenti e realistici che colleghino sicurezza e sviluppo. Dobbiamo essere efficienti in materia di sviluppo e governance. La lotta al terrorismo è una questione di equilibrio delle prospettive a breve, medio e lungo termine»; l’iniziativa militare deve essere unita a progetti di sviluppo per evitare che le comunità cadano sotto l’influenza degli estremisti nella regione.

Niger, Ciad, Mali, Burkina Faso e Mauritania hanno istituito il G5 nel 2014. La forza militare e di polizia, composta da 5.000 persone, ha il compito di effettuare operazioni antiterrorismo lungo le regioni comuni di confine di tutti e cinque i Paesi; la forza congiunta non è stata pienamente operativa a causa di finanziamenti e questioni logistiche.

Il mandato originario della forza G5 aveva diversi pilastri che, nel corso del tempo, sono stati ridotti al solo antiterrorismo: combattere il terrorismo, il traffico di droga, contribuire al ripristino dell’autorità statale, al ritorno degli sfollati e dei rifugiati, facilitare le operazioni umanitarie e infine contribuire all’attuazione di strategie di sviluppo nella regione del Sahel del G5.

A maggio, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha visitato il Mali, il paese più colpito dal terrorismo tra i G5, e ha fatto appello ai donatori affinché forniscano un sostegno più sostenibile: «La comunità internazionale deve comprendere la necessità di fornire ai paesi del Sahel del G5 un sostegno prevedibile», disse Guterres al momento.

Ciò che al momento manca sono i mezzi di trasporto, l’intelligence e le trasmissioni, da un lato;  i finanziamenti promessi dai partner del G5S dall’altro: i paesi donatori hanno promesso circa 2,3 miliardi di euro durante una conferenza tenutasi all’inizio di dicembre a Nouakchott, Mauritania.

Maddalena Ingroia