Marocco: si alza l’età pensionabile

419

MAROCCO – Casablanca. 24/08/14. Riforma delle pensioni in vista per il Marocco. Il governo marocchino ha recentemente deciso di innalzare l’età pensionabile a 62 anni nel 2015 e a 65 a partire dal 2021. Fonte Magharebia.

La decisione è stata presa dopo gli allarmanti dati sull’esborso che lo stato dovrebbe sostenere a partire dal 2021 che porterebbe il Marocco alla banca rotta. I sindacati protestano. Il segretario generale marocchino del sindacato dell’Unione dei Lvoratori Moukharik ha dichiarato alla testata Magharebia: «La decisione di innalzare l’età pensionabile dovrebbe essere facoltativa e non obbligatoria, è ipotizzabile che questo accade alle donne e ai lavoratori nei settori di lavoro usurante che desiderano andare al più presto in pensione». Ha aggiunto, «Non bisognerebbe scaricare sui cittadini i risultati dalla cattiva gestione dei fondi pensione perché lo stato è uno dei responsabili della gestione di questi fondi, per un periodo di 40 anni e non ha vigilato sulla sorte dei fondi. Pertanto, deve assumersi la responsabilità del disavanzo delle partite correnti, che è stata la causa del dissesto in corso». Da parte sua, Hassan Alhansala membro dell’ufficio esecutivo dell’Unione generale dei lavoratori in Marocco ha dichiarato che la decisione del governo di riformare il sistema pensionistico è stata unilaterale ed è avvenuta senza consultare le parti interessate.  Egli ha anche detto che «alla base della controversia sta nel fatto che i sindacati chiedono una riforma complessiva del sistema pensionistico mentre nel governo tendono a riformare solo il Fondo marocchino per la pensione». 

Più esplicita la posizione di Najib Wazzani, segretario generale di Hezbollah: «Penso che la decisione di aumentare l’età pensionabile sia imposta dalle condizioni finanziarie dello Stato e la debolezza del bilancio. Se questa decisione servirà ai poveri e ai bisognosi, amaramente diremo sì, mentre se serve solo i saldi finanziari, la rifiuteremo». Ha aggiunto in un’intervista con Magharebia,  «il governo non ha il diritto di prendere una decisione unilateralmente e senza consultare le parti interessate. Tali decisioni devono essere concertate». Uno studio condotto dal HCP ha riferito che l’innalzamento dell’età pensionabile avrebbe un «lieve impatto positivo sul numero di lavoratori, dato che il tasso di funzionamento che è il rapporto tra il numero totale dei lavoratori e della popolazione in età lavorativa, aumenterà ad un tasso di 0,4 e 0,6 punti».