MAROCCO. La società civile italiana appoggia l’iniziativa ONU sul Sahara Occidentale

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Una serie di Ong e settanta associazioni italiane e italo-marocchine che operano nel settore dello sviluppo e della promozione dei diritti umani, hanno accolto con favore l’adozione, il 30 ottobre 2020, della risoluzione 2548 sul Sahara marocchino da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Questi gruppi hanno apprezzato il costante sostegno fornito dal Consiglio di Sicurezza al processo politico sotto l’egida del Segretario Generale dell’Onu e del suo Inviato Personale, per raggiungere una soluzione politica, negoziata, duratura, realistica, pragmatica e basata sul compromesso a questa controversia regionale Nell’area la preminenza politica è stata assegnata all’iniziativa di autonomia presentata dal Marocco nel 2007, come base per raggiungere una soluzione politica, negoziata, realistica, durevole e pragmatica, basata su uno spirito di compromesso rispetto alla controversia artificiale riguardante la sovranità marocchina del Sahara.

Inoltre, queste strutture della società civile chiedono all’Algeria, nuovamente inclusa nella risoluzione 2548 come parte integrante della controversia regionale, ad assumere pienamente le proprie responsabilità e a impegnarsi in buona fede nel processo politico per porre fine alla sofferenza delle popolazioni poste sotto sequestro dalle milizie armate del Polisario a Tindouf, in Algeria.

A questo riguardo, sia le Ong che le associazioni cofirmatarie, hanno espresso la loro determinazione a portare avanti la loro denuncia della situazione umanitaria e dei diritti umani a cui sono sottoposte le popolazioni negli accampamenti del Polisario, e ritengono l’Algeria, Paese ospitante degli accampamenti, responsabile ai sensi del diritto internazionale, esortandola, come fa il Consiglio di Sicurezza dal 2007, a consentire il censimento di tali popolazioni e a metterle sotto protezione dell’Unhcr.

Le ONG e le associazioni cofirmatarie domandano al Governo italiano, ai parlamentari, agli rappresentanti delle autorità locali e della società civile, che non hanno mai cessato di apportare il loro sostegno al processo di pace e agli sforzi del Segretario Generale dell’ONU per una soluzione politica alla controversia regionale sul Sahara marocchino, di interessarsi da vicino alla situazione drammatica dei diritti umani che vige negli accampamenti di Tindouf e di informarsi accuratamente sulla sorte degli aiuti umanitari forniti dal nostro Paese e impiegati dai membri del Polisario a loro personale vantaggio, come è stato denunciato dal Parlamento Europeo e da numerose organizzazioni internazionali.

Redazione