Marcia per il Clima

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STATI UNITI D’AMERICA – New York 22/09/2014. Domenica scorsa a New York si è tenuta la “People’s Climate March”, la più grande manifestazione contro i cambiamenti climatici mai organizzata.

All’evento hanno preso parte 950 associazioni allo scopo di chiedere ai policymakers di tutto il mondo che il 23 settembre, in occasione del Climate Summit 2014 organizzato dall’ONU nella stessa New York, siano definiti accordi globali, nazionali e locali per contrastare il global warming.

La marcia per il clima newyorkese, però, rappresenta “solo” una delle tante mobilitazioni, predisposte nel medesimo giorno in tutto il mondo, facenti parte del “Global Day of Action”. Roma, ad esempio, ha ospitato il “New York chiama Roma”, iniziativa del Coordinamento Power Shift Italia promossa e organizzata dall’Italian Climate Network, Legambiente e Kyoto Club in collaborazione con Avaaz Italia e più di 20 organizzazioni non governative. Queste ultime nel corso della manifestazione, partita alle ore 15 da Via dei Fori Imperiali, hanno avanzato al governo italiano tre richieste specifiche. La prima è che «il tema del cambiamento climatico diventi un punto prioritario nell’agenda governativa, assumendo impegni ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra in linea con le raccomandazioni dell’Intergovernamental Panel on Climate Change». A tal fine è necessaria una trasformazione del sistema di produzione dell’energia mediante un azzeramento dei sussidi alle fonti fossili atto a favorire una generazione energetica distribuita, democratica e pulita. La seconda è che «l’Italia sia portatrice in Europa di una visione lungimirante e ambiziosa nell’attuale dibattito per la definizione dei nuovi obiettivi al 2030 proponendo +40% di risparmio energetico, +45% di fonti rinnovabili, -55% di riduzione di CO2». L’ultima è che «l’Italia contribuisca al Fondo Verde per il Clima e mantenga fede agli impegni che erano stati assunti a Copenaghen in materia di finanza per il clima», poiché «i finanziamenti per misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sono necessari ed è giusto che l’Italia faccia la sua parte».

Il “Global Day of Action” risulta particolarmente importante in quanto proprio recentemente la World Meteorological Organization (WMO), attraverso il GreenHouse Gas Bulletin, ha evidenziato come l’attuale concentrazione di CO2 nell’atmosfera sia del 142% superiore rispetto all’epoca preindustriale (1750), quella del metano risulta essere maggiore addirittura di 253 volte e quella di ossido di azoto, il più impattante di tutti i gas climalteranti, di 121 volte. A preoccupare gli scienziati del WMO, tuttavia, è la rapidità con cui i fattori climalteranti si incrementano. Dal 1990 al 2013, infatti, il forzante radiativo è aumentato del 34%, mentre tra il 2012 ed il 2013 la quantità di CO2 è cresciuta come non mai, nonostante le numerose misure orientate a ridurre i gas serra.

Dall’ultimo report dell’Oxfam, ong internazionale impegnata contro la povertà e l’ingiustizia ed a favore di uno sviluppo sostenibile, intitolato “Il summit del rinvio?”, inoltre, emerge che dal 2009, anno del vertice sul clima di Copenaghen, ad oggi il costo delle catastrofi legate ai cambiamenti climatici è stato di quasi 500 miliardi di dollari. L’organizzazione sottolinea altresì che negli ultimi 5 anni più di 650 milioni di persone sono state colpite da calamità legate al clima e almeno 112mila hanno perso la vita.

Secondo la stessa Oxfam, dunque, per impedire il perpetuarsi di tali sciagure e contenere al 2100 l’aumento della temperatura media mondiale di 2°C occorre, da parte dei governi, «un aumento dei finanziamenti per il clima e raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, fornendo contributi al Fondo Verde per un totale di 15 miliardi di dollari nei prossimi tre anni».