MAR CINESE MERIDIONALE. La Guardia Costiera di Pechino “fa cucù” agli altri paesi

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Alcune navi della guardia costiera cinese dispiegate nel Mar Cinese Meridionale si sono rese deliberatamente visibili ai vascelli di altri paesi accendendo segnali di tracciamento, una mossa vista come un tentativo di affermare la sovranità cinese nell’area.

Un rapporto pubblicato dall’Asia Maritime Transparency Initiative di Washington ha dichiarato di aver identificato 14 navi della guardia costiera cinese che trasmettono segnali del sistema di identificazione automatica, Ais, mentre pattugliano le Luconia Shoals, il Second Thomas Shoal e lo Scarborough Shoal nell’ultimo anno.

Le navi commerciali oltre le 300 tonnellate sono tenute a trasmettere segnali Ais per evitare le collisioni, mentre le navi militari e le forze dell’ordine hanno discrezione su quando e dove farlo, ha detto il think tank, aggiungendo che molte navi della guardia costiera cinese che pattugliano in altre parti del Mar Cinese Meridionale trasmettono i segnali solo quando entrano ed escono dal porto.

Ma le navi che pattugliano i tre banchi sembravano aver fatto di tutto per essere viste. Una nave nelle Luconia Shoals aveva trasmesso segnali Ais per 258 giorni su 365, una al Second Thomas lo aveva fatto per 215 giorni, e una a Scarborough per 162 giorni. La nave cinese Haiyang Dizhi 8 ha creato una disputa con il Vietnam quando ha iniziato ad operare al largo delle coste vietnamite, cercando di bloccare le operazioni delle piattaforme petrolifere. 

«Non sembrano esserci altre aree contestate dove la presenza della Guardia Costiera cinese è così persistente, e dove la Cina vuole chiaramente che le controparti regionali sappiano che c’è, che è presente», dice lo studio. «Pechino ha evidentemente manifestato un particolare interesse per Luconia, Il Second Thomas e Scarborough. Sembra scommettere che se riuscirà a mantenere una presenza semipermanente navale per un periodo abbastanza lungo, gli stati regionali alla fine accetteranno il suo controllo de facto di fatto di quelle aree. E se questa strategia avrà successo (…) servirà da modello convincente per estendere l’amministrazione cinese ad altre scogliere e banchi», riporta Scmp.

Attraverso il dispiegamento delle navi della guardia costiera, la Cina può creare una presenza visibile nei siti in cui rivendica la sovranità, ma non dispone di strutture permanenti.

Le navi che pattugliano i tre banchi non sono pesantemente armate, con cannoni ad acqua e piccole armi, ma sono molto più grandi delle forze dell’ordine o addirittura delle navi della marina di pretendenti rivali del Mar Cinese Meridionale.

Luigi Medici