Mali: guerra inevitabile

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BURKINA FASO – Ouagadougou. Il ministro degli Affari Esteri del Burkina Faso, Djibril Bassole, ha detto che la guerra nel nord del Mali è inevitabile, anche se alcune fazioni dei militanti islamici dovessero ora sconfessare la loro politica precedente.

Bassole ha fatto riferimento alla disponibilità di Ansar Dine ad impegnarsi in un dialogo con il governo del Mali, definendolo «uno sviluppo positivo». Il gruppo ha fatto la sua dichiarazione dopo diversi giorni di colloqui nella capitale del Burkina Faso.

Bassole ha sottolineato che il blocco regionale dell’Africa occidentale, ECOWAS, è determinato nello scendere in campo.

«Nel nord del Mali ci sono gruppi terroristici che attualmente svolgono atti inaccettabili», ha detto «ECOWAS deve essere pronta ad intervenire con il sostegno della comunità internazionale».

La dichiarazione di Bassole è arrivata il giorno dopo che gli esperti militari delle Nazioni Unite, l’ECOWAS, l’Europa e l’Unione africana hanno elaborato un piano per riconquistare il nord del Paese. Ansar Dine, denunciando l’estremismo, voleva iniziare un dialogo politico. La dichiarazione del gruppo islamico non ha però detto che tipo di impatto ci sarebbe stato sull’applicazione severa della Sharia che il gruppo sta portando avanti negli ultimi mesi, tra esecuzioni pubbliche, amputazioni e fustigazioni. Nonostante questo,  le autorità la ritengono più facile alla trattativa perché i suoi combattenti hanno, proprio, legami stretti con la area maliana. 

Secondo Bassole, il Burkina Faso è pronto a contribuire agli sforzi militari per riconquistare nord del Mali e stabilizzare la regione. Esistono però dubbi sul fatto che le deboli forze armate del Mali siano in grado di condurre un simile sforzo militare, nel nord del Paese, grande quanto la Francia.

Ansar Dine è oggi uno dei tre gruppi islamici che controllano il Mali del nord, ed i suoi membri sono in gran parte maliani. La composizione degli altri due gruppi, uno dei quali è al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim), è fatta da combattenti stranieri.