MALESIA. Kuala Lumpur risponde a Pechino sugli Uiguri

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La Malesia ha risposto alla richiesta cinese di estradizione degli 11 Uiguri. L’ordine degli avvocati malese ha pubblicato una dichiarazione secondo cui acconsentire alla richiesta cinese per l’estradizione di 11 Uiguri dalla Malesia costituirebbe una violazione del diritto internazionale.

Riporta il South China Morning Post, che «oltre agli 11 Uiguri poi deportati in Cina nel 2011, il governo malese ha anche arrestato tre cittadini turchi nel maggio 2017 e li ha restituiti alla Turchia su richiesta del governo turco», riporta l’associazione degli avvocati malese. Il destino dell’ultimo gruppo di Uiguri assume un significato ancora maggiore vista la politica del governo cinese nello Xinjiang, e la politica militare di Pechino in Afghanistan e Tagikistan per impedire il ritorno dei combattenti uygur dall’Iraq e dalla Siria.

Negli ultimi anni la Cina ha ripetutamente persuaso i governi ad estradare gli Uiguri; gli ultimi 11 sono tra i 25 fuggiti da un centro di detenzione thailandese a novembre e facevano parte di un gruppo di 200 detenuti in Tailandia nel 2014,100 dei quali sono stati estradati con la forza in Cina nel luglio 2015, provocando proteste internazionali.

La Cina, preoccupata per il nazionalismo Uiguro e il ritorno di combattenti dello Stato islamico, negli ultimi anni, ha brutalmente represso la minoranza Uigura, un gruppo etnico turco-musulmano. La Cina, ad esempio, ha vietato loro questo mese di ricevere educazione religiosa.

La repressione ha spostato il teatro delle operazioni Uigure dallo Xinjiang verso obiettivi lungo il confine occidentale, in particolare il Pakistan, che sono legati alla “Belt and Road Initiative” che intende collegare la Cina all’Europa e all’Asia centrale attraverso grandi infrastrutture. Cittadini cinesi sono stati presi di mira in Pakistan, dove la Cina ha stanziato oltre 50 miliardi di dollari per la creazione del Corridoio economico Cina Pakistan, Cpec.

Simili attacchi sarebbero stati compiuti da nazionalisti del Balochistan e da militanti Uiguri parte dello Stato islamico, che ha minacciato di attaccare i cittadini cinesi in risposta alla repressione nello Xinjiang. Per contrastare le aspirazioni etniche e religiose degli Uiguri, la Cina ha introdotto un diffuso sistema di sorveglianza fisica ed elettronica: pattugliamenti nelle strade, telecamere di sorveglianza; strumenti di riconoscimento facciale e body scanner diffusi.

Il governo ha creato anche un programma di rieducazione: dei collegi per i bambini locali, affinché trascorrano l’intera settimana in un ambiente di lingua cinese e poi tornino a casa dei genitori nei fine settimana; agli Uiguri adulti, turcofoni, è stato ordinato di studiare il cinese in scuole ad hoc. Parte del Cpec prevede la creazione di un sistema di monitoraggio e sorveglianza nelle città pakistane per garantire l’ordine pubblico. Il sistema utilizzerebbe rilevatori e scanner di esplosivi per «coprire strade principali, aree soggette a casi specifici e luoghi affollati… nelle aree urbane per effettuare il monitoraggio in tempo reale e la registrazione video 24 ore su 24», riporta il giornale. Pechino intenderebbe costruire una dorsale in fibra ottica nazionale per il traffico Internet e la distribuzione terrestre dei media radiotelevisivi. I media pakistani coopererebbero con i loro omologhi cinesi nella “diffusione della cultura cinese”.

La preoccupazione cinese per la militanza islamica Uigura ha portato Pechino ad interessarsi di Afghanistan e Tagikistan, paesi al confine con lo Xinjiang.

La Cina, nonostante i dinieghi ufficiali, sta costruendo, secondo la difesa afgana, una base militare per l’esercito afghano che gli darebbe una presenza nel Badakhshan, la zona dell’Afghanistan che confina con la Cina e il Tagikistan.

Con la nomina di Liu Jinsong come ambasciatore a Kabul, la Cina ha segnalato l’importanza che attribuisce al ritorno dei combattenti stranieri e la sua volontà di utilizzare incentivi economici per convincere paesi come l’Afghanistan a cooperare nell’attuazione dei suoi concetti di sicurezza. Liu è stato direttore del fondo economico collegato alla Belt and Road Initiative: analogamente, la Cina probabilmente addolcirà la sua domanda di rimpatrio degli UIguri dalla Malesia con promesse economiche proprio mentre Najib Razak si prepara alla rielezione nei mesi a venire.

Maddalena Ingroia