MACEDONIA. No alla riforma delle pensioni

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Il governo macedone, nonostante le raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale, ha preso una posizione molto netta: no alla riforma delle pensioni. Sull’agenzia di stampa Xinhua si legge: «Il governo macedone continuerà la cooperazione con il Fondo monetario internazionale (FMI) ma questo ha deciso di rifiutare le ultime raccomandazioni dell’istituto finanziario». 

Non è così facile evitare le raccomandazioni del FMI. Perché seppur chiamate raccomandazioni sono vincolanti. Ma il governo macedone, ribatte, affermando le sue ragioni. Il ministro delle finanze Dragan Tevdoski ha detto ai giornalisti che, dopo la riunione con i rappresentanti dell’FMI del 19 settembre, il governo guidato dall’Unione socialdemocratica di Macedonia (Sdsm) ha deciso di attenersi al suo programma elettorale e di governo. Quindi niente aumento dell’età pensionabile e niente aumento del costo del carburante.

Attualmente l’età pensionabile in Macedonia è di 64 anni per gli uomini e 62 per le donne, con un minimo di 15 anni di prestazioni pensionistiche. Tuttavia, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il sistema pensionistico deve essere riformato, perché, come in molti Paesi europei, in prospettiva pagare le pensioni pubbliche ai cittadini peserebbe troppo sulle tasche dei macedoni e farebbe crescere troppo il debito pubblico. «Le sovvenzioni non destinate dovrebbero essere ridotte e le ampiezze e i disavanzi pensionistici più ampi dovrebbero essere frenati attraverso l’aumento dell’età pensionabile statutaria alla media dell’UE, stringendo le opzioni per il pensionamento anticipato, indicando la pensione solo all’inflazione CPI e astenendosi dagli aumenti ad hoc». Ha dichiarato il FMI in una dichiarazione.

Secondo il ministero delle finanze, la Macedonia approfondirà la cooperazione con il FMI, soprattutto sulle missioni di assistenza tecnica, ma non attuerà alcun nuovo accordo con l’organizzazione finanziaria internazionale. D’altra parte, il governo macedone ha accettato di lavorare di più in termini di incremento dell’efficienza della spesa pubblica. Altro problema che affligge molti altri Paesi europei. Ora bisogna vedere se da parte dell’FMI ci saranno delle reazioni o basteranno gli impegni di taglio alla spesa pubblica per la continuazione dell’erogazione del prestito alla Repubblica di Macedonia.

Graziella Giangiulio