Lo scandalo della Nano in India

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di Luigi Medici  INDIA – Mumbai 28/10/2016. Cyrus Mistry, l’ex presidente della Tata, sta svelando i retroscena della gestione della grande industria automobilistica indiana, mettendo in imbarazzo l’establishment economico e politico indiano. Per Mistry, la Tata Motors non ha voluto bloccare la produzione della Nano in pesante perdita a causa di “ragioni emotive.”

Secondo quanto riporta Ndtv, Mistry avrebbe scritto: «Un’altra difficoltà nella chiusura della Nano, e che sarebbe in cima alla forniture della Nano, c’è un ente che fa auto elettriche e in cui il Ratan Tata ha una partecipazione»; Ratan Tata ha assunto ad interim la carica di Presidente fino alla sostituzione di Mistry, che è stato presidente per quasi quattro anni, e che aveva previsto la chiusura della linea di produzione della Nano, progetto coccolato di Ratan Tata, per dare una sterzata alla Tata Motors. «Questo prodotto ha costantemente perso dei soldi», scrive Mistry nelle sue cinque pagine di email, scritte un giorno dopo essere stato licenziato come il presidente della più grande conglomerata indiana.

Mistry ha definito illegale il suo licenziamento e ha denunciato pesanti interferenze di Tata durante il suo mandato, mettendo in evidenza quelle da lui ritenute decisioni sbagliate: la Nano prese vita nel gennaio 2008 quando fu lanciata come l’auto più economica del mondo.

Tuttavia, la Nano ha affrontato una battuta d’arresto dopo l’altra, a cominciare dallo spostamento dello stabilimento di produzione della vettura dal suo sito originale a Singur, nel Bengala occidentale a causa di un’agitazione di contadini guidati da Mamata Banerjee, ora primo ministro; l’impianto  è stato spostato a Sanand, nel Gujarat.

Anche se l’azienda è riuscita a produrre l’auto, i costi non coprono il prezzo pubblicizzato e voluto da Ratan Tata. Alla contrapposizione tra Mistry e Tata poi, si aggiungono diverse posizioni sul bilancio delle conglomerate che hanno portato al licenziamento in tronco del presidente.