LIBRI. La Santa Muerte balla al ritmo del Boss

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Gli Stati Uniti d’America combattono i cartelli messicani della droga. Gli americani sono tra i maggiori consumatori di sostanze stupefacenti. Quindi gli americani fanno la guerra ai narcotrafficanti messicani e allo stesso tempo, richiedono ingenti quantità di sostanze stupefacenti. La domanda e l’offerta, una legge di mercato semplice e lineare. Winslow, l’autore del libro ci fa riflettere e ci indica un strada percorribile e anche molto ovvia, ma di difficile applicazione; perché non investire le risorse per cercare di bloccare la domanda così che l’offerta subisca una drastica riduzione?

Dalla penna dello scrittore: «Il cosiddetto problema messicano della droga, è in realtà il problema americano della droga. Non esiste un venditore senza un compratore. La soluzione non è e non sarà mai in Messico».

In isolamento in una prigione di San Diego, Adan Barrera, capo di El Federacion, la più potente rete di cartelli della droga del mondo riesce a farsi trasferire in un carcere messicano dove, appoggiato e coperto dai detenuti e da agenti corrotti riesce, dapprima a godere di enormi privilegi, ed infine ad evadere con l’intento di riprendere ciò che era ed è sempre stato suo,  il controllo del narcotraffico.

Art Keller, l’agente della Dea che ha avuto il merito di far arrestare Barrera e a cui ha ucciso il fratello e il nipote, si è ritirato in un monastero in New Mexico cercando conforto nel suo solitario e silente lavoro da apicoltore. Il trasferimento nel carcere messicano e la successiva evasione di Barrera sarà il segnale di allarme per indicare che una nuova e sanguinosa guerra per il controllo del territorio e del cartello sta per cominciare.

L’ex agente della Dea si troverà così costretto a tornare sui propri passi dove la criminalità organizzata si sostituisce all’apparato statale e impone, con la forza delle armi e l’uso sanguinario della violenza, un modus operandi che risponde solo alle leggi supreme del dio denaro, e di conseguenza crea quell’atteggiamento egolatrico scaturito dal potere che fa sentire gli uomini proprietari del destino altrui.

Il romanzo è credibile non solo perché le invenzioni letterarie dell’autore sono  ben strutturate e collegate, ma anche dal fatto che, i personaggi, non reali,  sono inseriti in un contesto che rispecchia la verità in ogni sua parte.

100.000 morti, 22.000 desaparecidos. Numeri di un massacro che raccontano una guerra, tuttora in corso, dove il Cartello del Sinaloa, quello del Golfo e il gruppo del Los Zetas, ex soldati divenuti narcotrafficanti dettano le nuove linee guida del terrore dove nessuno, bambini compresi, viene risparmiato. Il romanzo si ispira a fatti di cronaca realmente accaduti e ci restituisce un affresco socio-politico privo di confini morali; un tassello della nostra storia contemporanea difficile da ignorare.

L’accuratezza delle informazioni riguardo l’intero apparato delle organizzazioni paramilitari legate ai cartelli, le implicazioni con la politica interna messicana, l’importanza strategica di alcuni territori legati al narcotraffico e  il culto della Santa Muerte da parte di tanti boss e affiliati sono uno dei tanti aspetti che delineano la complessità della problematica e chiariscono come la struttura sia ben consolidata e radicata all’interno del tessuto culturale messicano.

In questo intreccio di sangue  e terrore strutturato, l’agente Art Keller non è l’eroe senza alcuna macchia, al contrario è un uomo, con le sue debolezze e i suoi sensi di colpa che ha scelto da che parte stare e conosce il peso di una guerra infinita.

Di particolare interesse è il ruolo delle donne nel romanzo;  sia che si tratti di mogli o amanti dei boss dei cartelli che usano il proprio potere per imporre la propria volontà o di figure di spicco quali sindaci, giornaliste, poliziotte o medici, che resistono e combattono le minacce, a costo della vita, Winslow ce ne descrive la loro forza.

Un altra caratteristica fondamentale che riesce a dare corpo e completezza al romanzo è il continuo riferimento alla musica che serve non solo ad arricchire lo spazio letterario, ma anche a descrivere l’intenzione emotiva dei personaggi; dal Boss, a John Lennon, agli Eagles, a Bob Marley, ognuno di loro si lega alla storia e ai pensieri dei vari personaggi e li definisce in quel preciso istante.

Da un estratto del libro: «Keller è diventato un blues, uno dei perdenti di Tom Waits, uno dei santi di Kerouac, un eroe di Springsteen sotto le luci delle autostrade americane e i neon dei locali. Un fuggiasco, un bracciante, un vagabondo, un cowboy che, pur sapendo di essere arrivato alla fine della prateria, continua a galoppare, perché non c’è altro da fare».

L’aspetto tecnico del libro che mette in risalto il grande talento dello scrittore è la padronanza assoluta dell’uso dei tempi letterari. La nostra curva dell’attenzione durante la lettura è così intrinsecamente legata al pathos delle circostanze descritte che le 880 pagine, come un fluido, pervadono la nostra mente regalandoci un unico istante di lettura chiamato Il Cartello.

Il Cartello di Winslow è il sequel del primo libro, Il potere del cane, dove facciamo, per la prima volta,  la conoscenza dell’agente Art Keller e del boss Adan Barrera. I due libri descrivono i personaggi in due momenti cronologicamente differenti  e si possono leggere in maniera distinta. In maniera completa ed esaustiva ognuno dei due testi riesce a circoscrivere temporalmente i fatti e i personaggi in una propria sfera e tutti gli elementi di ogni storia concorrono e si integrano al fine di creare un mondo finito. Ringrazio per la traduzione del libro Alfredo Colitto che ha saputo preservare il cristallino talento dell’autore senza corromperlo con il peso delle parole.

Simone Lentini

Il cartello
Don Winslow

Traduttore: A. Colitto
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Anno edizione: 2017
Formato: Tascabile
Pagine: 896 p., Brossura
EAN: 9788806236021