LIBRI. Il lento percorso verso il piacere

133

«La nostra epoca è ossessionata dal desiderio di dimenticare, ed è per realizzare tale desiderio che si abbandona al demone della velocità; se accelera il passo è perché vuol farci capire che ormai non aspira più a essere ricordata; che è stanca di se stessa, disgustata di  se stessa; che vuole spegnere la tremula fiammella della memoria».

In tempi diversi, separate da più di duecento anni ma circoscritte nello stesso spazio, due storie si lasciano raccontare e il gioco della seduzione apre le porte individuali della percezione dove infinite molecole di emozioni cercano le parole giuste per essere comprese.

Lo scrittore, Milan Kundera, non gioca solo con i piani temporali legati a due storie diverse, bensì costruisce interi e lenti secondi, nei quali tutto ciò che accade viene vissuto e raccontato da diversi punti di vista. Il tempo della narrazione appartiene a tutti i personaggi descritti, ma la differente percezione della realtà, che vacilla di attimo in attimo, crea mondi diversi, tutti veri.

La narrazione non racconta una realtà che si modifica; il tragico non diventa comico o grottesco ma è la stessa realtà ad essere, al contempo, tragica , comica e  grottesca.

L’autore ci regala personaggi insicuri che cercano una verità  nell’interpretazione dei gesti e delle parole altrui. I malintesi che nascono dall’interazione tra due persone creano quei momenti distonici dove tutti e due arrivano ad un compromesso interpretativo per riuscire a farsi capire.

L’insicurezza, in questo caso, è una sana abitudine legata alla complessità interpretativa dell’uomo nei confronti dell’attimo.

Spesso uno stesso personaggio ha più voci perché l’interpretazione inconscia della realtà cerca anche lei, le sue parole per spiegarsi; l’incontro e lo scontro tra una percezione conscia ed inconscia del momento crea dubbi, e genera tentativi razionali per descrivere una realtà che possa sembrare credibile e alla quale ancorarsi.

L’autore usa parole volgari per far luce su quegli aspetti “primitivi” e nascosti che si nascondono dietro la scintilla dell’istinto. A sua volta ci illumina su come l’uomo cerchi di edulcorare e tradurre i propri impeti affinché possano risultare accettabili e comprensibili al mondo esterno.

La volgarità in questo caso è un mezzo efficace per arrivare ad un fine e mai uno stile; il linguaggio di Kundera risulta essere sempre elegante e molto preciso.

Quando ho terminato il libro, ho avuto come l’impressione che l’autore abbia voluto sussurrarmi un segreto, ovvero che la lentezza per Kundera è un percorso verso il piacere, verso la bellezza, dove il tempo si lascia ricordare e tutto rallenta.

«Il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio».

Ringrazio per la traduzione Ena Marchi.

Ringrazio Milan Kundera perché ogni volta mi sorprende quando riesce a dar voce al silenzio degli uomini.

La lentezza

Milan Kundera

Traduttore: E. Marchi

Editore: Adelphi

Collana: Gli Adelphi

Edizione: 12

Anno edizione: 1999

Formato: Tascabile

Pagine: 158 p.

  • EAN: 9788845914478

Simone Lentini