LIBIA. UNHCR apre un centro per i rifugiati a Tripoli

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L’Unhcr prevede di aprire un centro di transito per i rifugiati a Tripoli all’inizio del prossimo anno per reinsediare o evacuare fino a 5.000 rifugiati più vulnerabili dalla Libia ogni anno, recita un comunicato delle Nazioni Unite ripreso da Defence Web.

Si tratta di una piccola parte dei migranti, stimati in un milione di persone, ma sarebbe uno sbocco per i 43.000 rifugiati che, secondo le stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), sono attualmente intrappolati in Libia. «Speriamo di avere presto un’autorizzazione scritta», Roberto Mignone, rappresentante dell’Unhcr in Libia ripresa Reuters. Il governo di Tripoli appoggiato dall’Onu ha approvato il progetto verbalmente, ha detto Mignone.

Il centro, dove i migranti potranno venire e andare a loro piacimento, sarà ospitato in un ex centro di formazione per la polizia anti-immigrazione. Una volta ristrutturato, sarà in grado di ospitare temporaneamente fino a 1.000 rifugiati e potrebbe essere operativo all’inizio del 2018, ha detto Mignone.

L’Italia è diventata la principale via di immigrazione verso l’Europa da quando, lo scorso anno, un accordo tra l’Ue e la Turchia ha bloccato la via dei Balcani, ma gli arrivi sono fortemente diminuiti da luglio; l’Italia ha finanziato, addestrato e attrezzato, poi, la guardia costiera di Tripoli. La strategia ha suscitato critiche da parte di gruppi umanitari che hanno messo in luce condizioni terribili all’interno dei centri di detenzione statali, in cui ha detto Mignone sono detenuti circa 6.000 persone oltre a quelli detenuti nei più numerosi “campi” gestiti dai contrabbandieri.

«Non possiamo essere l’unica soluzione», ha detto Mignone, «perché la Libia rimane pericolosa e il personale internazionale ha un accesso limitato al paese. Ci sono ancora molti rischi (…) Un mese e mezzo fa, c’è stato un attacco a un convoglio ONU fuori Tripoli con bazooka e mitragliatrici. Per un miracolo, il peggio è stato evitato».

Circa 1.200 dei rifugiati più vulnerabili, tra cui donne, bambini, malati o disabili e anziani, sono stati liberati dai centri di detenzione su richiesta dell’Unhcr e circa 800 dovrebbero essere rilasciati presto, ha detto Mignone. L’Unhcr spera di reinsediarne molti, ma è un processo lungo, molti paesi non hanno una presenza diplomatica permanente a Tripoli, complicando ulteriormente le cose. 

Tommaso dal Passo