Ancora cannonate a Tripoli

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LIBIA – Tripoli 19/05/2014. Come preannunciato da alcuni movimenti di truppe americane e internazionali, posizionate in punti strategici per un eventuale immediato intervento, la situazione in Libia sta degenerando in una pericolosa guerra civile.

A Tripoli è stato preso d’assalto il palazzo del Parlamento, con combattimenti pesanti, attacchi missilistici e sparatorie che si sono allargate in diversi quartieri del centro.
Alcune fonti individuano negli aggressori, i potenti miliziani di Zintan, provenienti da sud che tengono prigioniero Saif al-Islam, il figlio dell’ex dittatore Gheddafi, mai consegnato al governo di Tripoli, noti per la loro forte opposizione al fondamentalismo islamico. Ma dietro l’assalto continua a girare il nome di Khalifa Haftar, il generale in pensione mandato in esilio da Gheddafi e tornato nel 2011, indicato da alcuni indicato come “uomo della CIA in Libia”, per mettersi a capo di uno dei gruppi di ribelli, auto proclamatosi Esercito libico, negli scontri che hanno determinato il crollo e la morte del raìs.
La stazione televisiva locale di al-Nabaa ha riferito che i combattimenti sono iniziati nella parte meridionale della capitale, seguendo l’ondata di scontri dei giorni scorsi scoppiati a Bengasi e in altre zone del paese. La contestazione risale all’elezione del primo ministro Ahmad Mitig, sostenuta dal partito Giustizia e Costruzione, braccio politico dei Fratelli musulmani in Libia. Il generale Haftar è sostenuto anche dalle forze di Ibrahim Jadhran, la cui milizia ha bloccato le esportazioni petrolifere nella parte orientale del paese causando gravi danni economici e determinando il caos del sistema. Il governo centrale ha cercato inutilmente di contenere gli scontri portati dalle decine di milizie emerse dalla rivolta anti Gheddafi. Nel frattempo il ministro della giustizia Salah al-Marghani ha detto in un comunicato che: «Gli eventi hanno portato a due morti e 55 feriti», aggiungendo che la violenza a Tripoli non aveva alcun legame reale con l’offensiva lanciata venerdì, da un generale contro gli islamisti nella parte orientale del paese, ma i dati non sono confermati.
I dettagli in merito all’attacco non sono chiari, i fedelissimi del generale Khalifa Haftar hanno sostenuto che la pianificazione dell”assalto al Parlamento fa parte della campagna per liberare la Libia dagli estremisti islamici. «Annunciamo il congelamento del GNC», ha detto il colonnello Mukhtar Fernana, ex ufficiale della polizia militare della regione di Zintan, leggendo una dichiarazione su al – Ahrar TV; il portavoce di Haftar Mohamed al-Hejazi ha dichiarato che il gruppo di Fernana è un loro alleato. Il colonnello ha poi sostento che non si tratta di un colpo di stato, in quanto il parlamento non è dotato di legittimità e deve cedere il potere ad una Assemblea Costituente di 60 membri recentemente eletta per riscrivere la Nuova Carta Costituzionale Libica. Al-Marghani ha condannato l’assalto al parlamento e ha respinto le richieste del gruppo, «Il governo chiede uno stop immediato alle azioni militari e all’uso della forza per esprimere le proprie opinioni politiche», ha detto in una conferenza stampa mostrando disponibilità ad un improbabile dialogo.