LIBIA. Si riapre la questione delle milizie jihadiste nel GNA

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La notizia principale del fine settimana appena trascorso arriva dallo scenario di Az Zawia e sicuramente avrà ripercussioni politiche e militari. Si tratta dell’abbattimento la sera del 7 dicembre di un aereo delle Laaf di Haftar nei cieli di Tripoli che poi si è schiantato nella zona proprio di Az Zawia. Il pilota, il generale Amir Al Jaqam, è stato catturato dalle milizie Al Firat di Az Zawia. Secondo quanto riferito dal Comando generale delle stesse Laaf, l’aereo abbattuto è un MiG-23 colpito dopo un bombardamento nella zona di Tripoli dalle milizie che hanno usato Manpad cinese fornito dal Qatar. Chiusa qui la parte militare dell’evento, si apre però quella molto più importante della politica. 

In effetti, poco dopo la notizia dell’abbattimento sono state postate diverse foto, attraverso al social media sfera libica, da parte dei capi milizia che hanno preso il pilota nelle quali quest’ultimo viene sbeffeggiato e umiliato. Come è ben noto, maltrattare un prigioniero di guerra è un crimine di guerra, ma sembrerebbe poco importare alle milizie che sono emanazione del Gna. Da foto successive all’arresto si deduce che oltre alle umiliazioni in foto e video, il pilota è stato anche “interrogato con le maniere forti” (non pubblichiamo queste foto perché offensive e lesive della dignità personale). A riguardo il Governo ad interim, sempre via social, ha dichiarato che il trattamento del generale pilota Al Jaqam, mostra l’ideologia corrotta delle milizie. 

Come per cercare di non screditare ulteriormente il Gna che in questo periodo non naviga in ottime acque, la Missione delle Nazioni Unite in Libia, che di fondo ha istituito il Gna stesso, ha solo chiesto ad entrambe le parti di rispettare la Convenzione di Ginevra. A riguardo, diversi account hanno sottolineato la differenza di trattamento tra le Laaf e le milizie nella gestione dei prigionieri, in particolare riguardo ai piloti di aerei facendo riferimento al caso del mercenario americano catturato dalle Laaf dopo abbattimento nella zona di Gharyan, trattato secondo i canoni del diritto internazionale, e le attuali violazioni nei confronti del generale Al Jaqam catturato dalle milizie. 

La questione della milizia che ha arrestato il pilota delle Laaf ha riportato in auge il problema principale del GNA istituito dalle Nazioni Unite ma difeso spesso da milizie criminali o jihadiste. In effetti, le foto che arrivano da Az Zawia confermano la situazione delle milizie con Gna. Secondo quanto riportato, ad umiliare il pilota è uno dei capi della polizia di Az Zawia, Mohammad Al Bahrun, detto il Topo, ricercato dall’Interpol perché uno dei principali trafficanti di esseri umani e contrabbandieri di carburante della zona ovest, ma comunque uno degli ufficiali del Direttorato per la sicurezza della città guidato dal generale Ali Al Lafi e sotto la direzione del Ministero dell’Interno del Gna.  

Secondo quanto riportato, Al Bahrun è nato il 21 agosto 1989 e risiede a Khartoum street a Az Zawia. Il Topo ha partecipato con Madani Saalouk alla rivoluzione del 2011 per poi sviluppare il suo business fino al 2012 non senza collegamenti con gruppi jihadisti come Daesh. In effetti, come riporta un account locale, Al Bahrun ha un curriculum criminale di tutto rispetto, dai rapimenti alle uccisioni passando per furti, traffico di armi e munizioni, contrabbando di carburante e traffico di esseri umani. Al Bahrun ha partecipato a Libya Dawn a Az Zawia e ha poi ricevuto dal ministero dell’Interno del GNA il grado di capitano della polizia, proprio dalle mani del ministro, Fathi Bashagha. Prima però, il miliziano era ricercato dal procuratore generale di Tripoli per i suoi legami con Daesh a Sabratha, come testimoniano delle foto del 2018 in cui Al Bahrun è ritratto con i membri di Daesh nella zona di Sabratha. 

Ad ogni modo, visto il coinvolgimento in 131 casi di collegamento con Daesh e altri crimini, il ministro dell’Interno del Gna Bashagha ha poi affermato che Al Bahrun non fa parte del ministero dell’Interno del Gna ed è un criminale che deve essere arrestato. 

Si è riproposto così il gioco delle parti tra il Gna e le sue milizie come già in diversi casi negli scorsi mesi. In particolare, nelle scorse settimane si era presentato il caso di Ali ‘Aymad Faraj Al Shaqabi, membro di Ansar al Sharia (Al Qaeda), membro di una milizia del Gna che Bashagha ha ordinato di arrestare ma per il quale il ministro degli Affari esteri del Gna, Mohammed Siyala, ha emesso un passaporto diplomatico. Al Bahrun e Al Shaqabi sono gli ultimi casi di criminali o terroristi a servizio del Gna dopo i più noti Salah al Badi (capo dell’intelligence militare del Gna), Abdulrahman al Milad detto Al Bija (capo della Guardia costiera di Az Zawia) o Shaaban Masoud Khalifa Khadiya detto Abu Ubaydah al Zawi (trafficante di esseri umani e capo milizia al fronte contro il Lna per il Gna).

Questo però indebolisce ulteriormente la legittimità del governo di Tripoli, che vede così riconosciuto un altro membro delle forze che lo difendono un criminale collegato a Daesh. 

Nel frattempo, le Laaf non hanno intenzione di lasciare l’affronto senza risposta e per tale motivo lo Squadrone della morte della Brigata Tariq bin Ziyad delle Laaf è stato assegnato da Bengasi a Az Zawia. Con la questione di Az Zawia aperta e il sud più o meno messo in sicurezza, le Laaf sembrano voler impegnarsi definitivamente per la spallata definitiva. Per tale motivo, le Laaf hanno deciso di spostare tutti gli aerei alla base aerea di Al Watiyah per bombardare Tripoli: 3 MiG-23, 1 Su-22; 2 L-39 e 2 Mirage F1. Inoltre, il Capo di stato Maggiore delle forze aeree delle Laaf, Generale Saqr al Jaurshi, ha dichiarato che è stata trasferita mezza tonnellata di munizioni per aerei nell’ovest del paese. 

Redazione