LIBIA. L’operazione Tripoli è una battaglia contro il terrorismo, afferma LNA

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Una delle ragioni più importanti dietro il lancio dell’operazione Tripoli da parte dell’Esercito nazionale libico (Lna) guidato dal generale Khalifa Haftar, è la brutalità delle milizie, la repressione che praticavano e gli abusi compiuti contro il popolo di Tripoli. Il 4 aprile scorso, l’Lna, si è mosso per combattere il terrorismo, le bande criminali e i gruppi illegali che controllano Tripoli: «L’operazione militare di Tripoli è stata lanciata per eliminare i terroristi, ed è separata dal processo politico sotto l’egida delle Nazioni Unite», ha detto il portavoce del esercito libico, il generale Ahmed Al Mismari, aggiungendo, in una conferenza stampa all’inizio dell’operazione: «Nel dicembre 2018, la gente di Tripoli è uscita chiedendo l’intervento dell’esercito, e ha chiesto al comandante Hafter che la loro voce venisse ascoltata, e oggi confermiamo che sentiamo ancora questa voce, che ha suscitato in noi il sacro dovere nazionale, di eliminare gli appartenenti alle bande criminali e terroristiche, e le milizie che hanno occupato i luoghi Principali nella capitale».

Al Mismari (foto piccola a destra) ha sottolineato che «il Generale Haftar ha confermato che questa battaglia è contro i terroristi: Daesh, Al Qaeda, i Fratelli musulmani e altri, una battaglia costante fino alla fine, perchè le forze armate sono venute per liberare l’area del terrorismo, come hanno fatto a Bengasi, nella Mezzaluna petrolifera e a Derna… le forze armate sono ora di fronte al compito principale nella Libia occidentale».

Le milizie armate sono emerse nel territorio libico, specialmente a Tripoli dopo lo scoppio della rivoluzione del 17 febbraio 2011, a causa del vuoto di sicurezza lasciato dalle forze del defunto colonnello Muammar Gheddafi, e sono riuscite ad estendere la loro piena autorità sul suolo libico fino al 2014.

Inoltre, ci sono centinaia di milizie in Libia, alcune delle quali affiliate a organizzazioni terroristiche, citiamo in particolare: la Forza speciale di deterrenza (al Rada), Al-Nawasi, Brigate dei martiri di Abu Salim, Lifg (Lybian Fiughting Groupm, vicine ad Al-Qaeda), e le milizie di Al-Samoud sotto la guida del terrorista Salah al Bady.

«Gli armamenti delle milizie a Tripoli sono di fabbricazione turca, così come la loro origine» ha detto a AGC News, il centro media della Sala Operativa Karama dell’Esercito nazionale libico, aggiungendo: «mentre le fonti di armi usate dall’Esercito nazionale libico sono ciò che le milizie hanno perso nelle città di Bengasi e Derna». Il centro media ha affermato che il sostegno turco e la violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite sono stati documentati anche dalle stesse milizie di Tripoli.

E adesso la domanda è: quando finirà l’operazione Tripoli?

«I Prossimi giorni porteranno nuovi sviluppi sul terreno per quanto riguarda il processo a Tripoli», afferma il generale Khaled al-Mahjoub (foto piccola a sinistra), direttore del dipartimento della Guida Morale dell’esercito libico nazionale ripreso da Sputnik arabic Il 7 giugno.

Al Mahjoub ha aggiunto che negli ultimi giorni sono stati uccisi tanti terroristi negli scontri Tripoli, e le forze armate hanno respinto un attacco: «Siamo fiduciosi che la fine dell’operazione si avvicina, contiamo sui prossimi giorni per risolvere la battaglia», ha continuato Al Mahjoub.

Marwa Mohammed
Corrispondente dal Cairo