LIBIA. Le ingerenze straniere bloccano la ripresa del paese

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Le istituzioni libiche hanno, in questi giorni, contestato le ingerenze esterne che sta vivendo la Libia. Secondo alcuni parlamentari la Turchia destabilizza il paese inviando armi, mentre la missione delle Nazioni Unite sta lavorando per prolungare la crisi politica nel paese. 

Le forze contrarie al GNA sono tutte contrarie al proposto rinvio delle elezioni nel paese finché non vi sarà un accordo su una costituzione che indichi una precisa e chiara separazione dei poteri. Riguardo al possibile rinvio delle elezioni in Libia, l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, è stato attaccato nei gironi scorsi da parte dei supporter di Saif al Islam Gheddafi . Per i lealisti dell’ex regime gheddafiano la decisione è ovviamente in malafede e arriva dopo le gli exit poll che indicano Saif al Islam vincitore in caso di elezione presidenziale. 

Inoltre, la Missione delle Nazioni Unite avrebbe un approccio sistematico contro la bozza di costituzione e referendum. 

Delle ingerenze straniere di paesi o gruppi in Libia hanno parlato anche nel corso di un recente incontro il ministro degli Affari esteri egiziano Shukri e il Segretario di Stato americano Pompeo. Nel corso dell’incontro, Shukri ha dichiarato che i Fratelli Musulmani in Libia sono un’organizzazione terroristica e non sono diversi da Daesh. Per Shukri il passo successivo è facile, collegando i Fratelli Musulmani al supporto che ricevono in Libia, come in Egitto o in Tunisia.

Una serie di post sui socia media indicano che la Francia ha ripreso da tempo la sua offensiva diplomatico-militare in Libia dopo la sconfitta politica di Palermo addestrando le forze speciali di Zintan agli ordini del generale Osama Juwaili. Secondo quanto indicato, l’obiettivo sarebbe l’unificazione dello strumento militare per arrivare ad elezioni quanto prima. Fonti francesi confermano che Juwaili ha visitato Parigi in segreto il mese scorso incontrando responsabili del ministero della difesa francese per discutere di addestramento delle forze di Zintan e rifornimenti di armi e equipaggiamento militare avanzato. 

D’altronde, quando a Tripoli vi sono stati i noti problemi di sicurezza tra le milizie in molti si aspettavano un intervento delle forze della zona occidentale sotto gli ordini di Juwaili. Un intervento che non è mai arrivato. Questo conferma lo stato non proprio operativo delle forze di Zintan, ma anche che ormai Parigi ha intenzione di aiutare decisamente Tripoli a liberarsi delle proprie milizie o a preparare un’eventuale risposta all’altrettanto eventuale avanzata delle forze del LNA su Tripoli.  Parigi sembra quindi aver confermato il suo cambio di supporto, da Haftar al Consiglio presidenziale. 

Redazione