LIBIA. Il GNA libera gli uomini di Gheddafi

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I leader della tribù Tuareg hanno confermato il proprio sostegno al generale Haftar per le vittorie nel sud della Libia, al comando generale di Al Rajm. Continua, nel frattempo, l’attivismo dell’Inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, che ha incontrato nuovamente l’ex presidente del Consiglio di Stato Swehli e una delegazione di Misurata per discutere degli sviluppi politici nel paese. 

Di fronte al ripresentarsi di casi di malaria in Libia, il ministero della Salute del GNA ha indicato che le zanzare che hanno trasmesso la malaria sono arrivate tramite beni importati da paesi infetti. La dichiarazione è in controtendenza rispetto alle dichiarazioni locali che indicano, in particolare nella zona di Abu Salim, che è causata dall’insalubrità della zona a causa della mancanza dei servizi di pulizia nell’area.

Sta proseguendo quasi in sordina, potremmo dire, il rilascio di membri importanti del regime di Gheddafi da parte del GNA. Il ministero della Giustizia del governo ad interim ha deciso, infatti, il rilascio del generale Abdullah al Senussi, ex direttore dell’intelligence del regime di Gheddafi (foto piccola), detenuto a Tripoli dalle milizie del GNA. Si tratta di un’ennesima decisione di rilascio di ex funzionari del regime dopo quella, ad esempio, di Abuzed Dorda, ex premier di Gheddafi, di fine febbraio scorso. A riguardo, forte è stata la polemica anche sui social media: se diversi account rivoluzionari hanno fortemente criticato la decisione; una serie di account social media locali si sono scagliati proprio contro i rivoluzionari, rei di non aver detto nulla sui figli di Tawergha che sono stati rifugiati in patria per anni, sulle uccisioni dei civili a Gargour o sulle decapitazioni a Bengasi, Derna e Sirte dei terroristi che supportavano, ma che invece si arrabbiavano per il rilascio di Dorda e Al Senussi. 

Rispuntano fuori i legami tra Libia e Turchia in Grecia. Una Corte greca ha assolto 9 membri di un equipaggio di nave battente bandiera tanzana accusati di trasportare 410 tonnellate di esplosivo in Libia. Secondo l’indagine, nel momento in cui sono stati arrestati, i marinai non stavano facendo rotta verso la Libia, ma verso l’Etiopia, in partenza dalla Turchia. 

Se in questo caso la giustizia greca sembra aver svincolato la Turchia dalla responsabilità di fornire armi alle fazioni del paese africano, rompendo l’embargo delle Nazioni Unite sulla Libia, altri casi di navi con armi e mezzi arrivati in Libia mandati dalla Turchia sono invece ben documentati. 

Redazione