Ottimi rapporti tra Libia ed Egitto

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LIBIA – Tripoli 29/10/2013. In un’intervista con il quotidiano Azzaman, Mohammad Fayez Jibril, ambasciatore libico in Egitto ha sottolineato che le relazioni egiziano – libiche non sono tese, rilevando che il episodio dell’arresto di alcuni camionisti non è da collegare alla condanna all’ergastolo di tre libici con l’accusa di traffico armi. «Il governo rispetta le disposizioni del sistema giudiziario egiziano», ha detto Jibril.

Parlando della cooperazione tra i membri dei Fratelli Musulmani in Egitto e in Libia volta a creare disordini, Jibril ha detto che: «Questa accusa non è fondata. In Libia, rispettiamo la volontà del popolo egiziano e non entriamo nel conflitto interno in Egitto. Ecco perché ci siamo rifiutati di discutere alla conferenza islamica della questione egiziana, perché abbiamo ritenuto che fosse una interferenza negli affari dell’Egitto. Inoltre, il coinvolgimento dei Fratelli musulmani di Libia in queste operazioni non è stato provato. Se questo fosse vero, le autorità egiziane avrebbero ci ha informato». Jibril ha detto che «la sicurezza in Libia sarà certamente influenzerà lo sviluppo e la ricostruzione, ma non porterà alla divisione. I gruppi che effettuano operazioni terroristiche non sono milizie nel vero senso della parola, ma vengono fuori dal caos post Gheddafi, cioè dal crollo delle istituzioni, delle forze di polizia e dell’esercito. C’erano solo fazioni, un esercito debole che si è unito ai ribelli, in lotta contro le forze di sicurezza di Gheddafi». 

Per quanto riguarda la capacità del governo libico di controllare la situazione , Jibril ha detto: «Per eliminare i gruppi che hanno combattuto contro Gheddafi ci vorrà del tempo, soprattutto in considerazione della facilità con cui si effettuano operazioni di contrabbando lungo il confine con l’Egitto». Jibril ha sottolineato che la cooperazione tra le autorità egiziane e libiche per controllare il confine e fermare il traffico di armi è importante per entrambe le parti, «Siamo impegnati da un accordo internazionale a controllare i nostri confini. Abbiamo inoltre concluso accordi di sicurezza con i paesi vicini e fatto riferimento alle esperienze della Ue per controllare il confine con mezzi moderni». Per quanto riguarda la rendition di Abu Anas al-Libi a Tripoli, Jibril ha detto che: «Le autorità libiche hanno annunciato la loro posizione fin dall’inizio, denunciandola come una violazione della sovranità della Libia. Gli Usa, tuttavia, hanno annunciato di afver approvato una legge che gli concede il diritto di perseguire ogni persona che abbia aggredito suoi cittadini. Dal momento che è in grado di farlo, ha effettuato l’operazione; gli Stati Uniti possono condurre operazioni simili in altri luoghi. Se la Libia fosse stata una superpotenza, avrebbe fatto lo stesso. Credo che questa operazione non influenzerà le relazioni americano – libiche».

Qual è la sua spiegazione per la battuta d’arresto dei Fratelli Musulmani nelle ultime elezioni? Jibril ha spiegato che «la battuta d’arresto della fratellanza significa che non ha poi tanta influenza come alcuni giornali egiziani hanno cercato di far comprendere (…) Non siamo preoccupati per i Fratelli musulmani, perché la Libia è la patria di Omar Mukhtar».