Libia, compagnie petrolifere al sud

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LIBIA – Tripoli. Si complica la situazione della National Oil Corporation per cui dopo mesi di trattative è in forse la sua scissione, a darne notizia il vice ministro, Omar Shakmak. Ad annunciare una divisione lo scorso novembre  il ministro del gas e petrolio Abdulbari Al-Arusi secondo cui il piano prevedeva che la parte di marketing aziendale sarebbe stata fatta a Bengasi mentre la produzione a Tripoli

 

Inizialmente la scissione era sembrata una buona idea, andava a soddisfare le richieste sia della Cirenaica che l’opinione pubblica di Bengasi. Ma a quanto pare ora nemmeno questa soluzione sembra piacere. 

La scissione era semplicemente “una proposta”, ha detto Shakmak facendo dunque marcia indietro sulla proposta iniziale. Soprattutto dopo l’annuncio del Primo Ministro secondo cui il NOC rimarrà a Bengasi.  

In ogni caso, Shakmak ha spiegato che la scissione non sarebbe avvenuta nel breve termine: «Non vi è alcun calendario attualmente. Dobbiamo pianificare ogni cosa », ha detto al Libia Herald. 

Fonti non ufficiali dicono però che al personale del NOC di Tripoli sarebbe stata data la scelta di andare o Bengasi o restare a Tripoli. La Delocalizzazione “non sarebbe obbligatoria”. A quanto pare è stato promesso a chi non si vuole trasferire che gli verrà affidato altro incarico a Tripoli in altri aziende governative. Secondo altri la mossa del Governo è quella di trasferirsi per ispirare le compagnie petrolifere a trasferirsi di sede da Tripoli a Bengasi. 

La mossa del CNO a Bengasi è probabile che significa che la maggior parte delle compagnie petrolifere straniere e libico con sede nella capitale potrebbe anche trasferirsi.

Lunedì scorso Arusi ha annunciato che il primo ministro aveva approvato la creazione di due nuove società petrolifere con sede nel sud del paese. Una società di raffinazione con sede a Ubari, dove sarebbe stato costruito un raffineria con una capacità compresa tra 30.000-50.000 barili al giorno. E una società di esplorazione e produzione sarebbe istituito a Sebha. Le due società, ha detto, genereranno nuovi posti di lavoro nella regione e potrebbero anche consentire una maggiore produzione di energia elettrica.  Tali scelte hanno tutta l’aria di essere una risposta alla richiesta di lavoro per le popolazioni locali che stanno manifestando bloccando il gigante del petrolio Elephant nel campo ovest di Murzuk gestito dalla joint venture Mellitah Oil libico-italiana. Essi hanno anche chiesto un ufficio NOC “nel sud del Paese” e la sede nazionale della forza di difesa di servizi petroliferi essere basato sia nel Murzuk che a Ubari.