LIBIA. Chi controlla il petrolio, controlla il destino di Tripoli

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Si fa sempre più intricato il rapporto tra petrolio e potenze militari in Libia. A oggi si può notare come gran parte dell’area che un tempo era sotto il controllo del GNA, come ad esempio la zona dei terminal petroliferi del golfo di Sirte, adesso è sotto il controllo delle forze del LNA del Generale Khalifa Haftar.

Al GNA rimangono comunque rimangono ancora degli importanti terminal nella zona occidentale e i giacimenti offshore del bacino di Mellitah. Un simile cambio di di “gestione” delle aree petrolifere è in grado di condizionare i rapporti di forza economico-politica nella Libia attuale. Nonostante i cambi repentini di “gestione” delle aree, la produzione di greggio è in aumento e la NOC dichiara di voler arrivare dai circa 830.000 b/d attuali a 1 Milione b/d per la fine di luglio 2017.

La Libia ha ripreso la cooperazione giudiziaria con altri stati: in Arabia Saudita, infatti, sulla base di indicazioni fornite dalle autorità della Libia, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza saudite all’aeroporto di Jeddah due leader qaedisti: Mahmud bin Rajab e Mohammed Hussein al-Khadrawi, comandante dell’unità al-Faruq al ritorno dal loro pellegrinaggio. I due miliziani libici nel 2014 avevano partecipato agli scontri di Az Zawiya con Fajr Libya.

Un’altra milizia islamista, ha postato in rete un saluto alla sua gente, la Saraya Defence Benghazi: «Assicuriamo alla nostra gente che ci siamo votati a proteggervi e sostenervi in ogni modo possibile per noi, abbiate pazienza e arriverà la vittoria» ricordiamo che le SDB si trovano in un momento di riassetto in quanto, sono state scacciate sia da Misurata che da Al-Jufrah e secondo alcuni si starebbero raggruppando nella zona di al-Heisha.

Scendendo poi nelle diverse città, da fonti social media libiche si nota che nella zona di Tripoli ci sarebbero delle tensioni tra le milizie di Janzour e Wershefana dopo gli scontri e la chiusura della strada tra Tripoli e Az Zawiya.

A Misurata, è confermata la notizia della caduta del consiglio della città e il fallimento dell’accordo con i Tawerga, che dal punto di vista di Misurata non avrà effetto «finché non verrà verificata la loro buona fede nel riconoscere i loro crimini», si legge in un post.

Dalla città di Sirte ci arrivano delle fotografie che ritraggono fedeli in preghiera nel giorno di Id al-fitr in una piazza del centro. Questa è la prima festa dopo la cacciata di Daesh dalla città. Il clima di distensione degli ultimi mesi ha permesso anche la ripresa della produzione del giacimento petrolifero della Sirte Oil Company dopo un’interruzione di più di 8 mesi. In ultimo dalla zona a sud di Sirte un account locale riporta la notizia del rapimento di un membro della tribù Qadhādhfa, tribù originaria della “dinastia” Gheddafi, vicino Qasr Abu Hadi da parte di un uomo armato che l’account presume sia di ISIS.

Intanto nella città di Bani Walid, dove si registra ancora una presenza residua di ISIS, alcune sere fa sono scesi in strada dei manifestanti invocando Saif al-Islam Gaddafi come guida per portare il paese fuori dalla guerra civile. Su questo personaggio, regna ancora il mistero: Saif al Islam ha detto già che non farà alcuna mossa pubblica finché non sarà sicuro del suo futuro.

Molti aggiornamenti ci arrivano infine dalla città di Bengasi dove continua lo scontro tra LNA e milizie ostili nell’asse di Al-Sabri e di Albilad. La sala operativa di Al-Sabri rivendica il controllo dell’area di Al-Zayriyya, sull’asse di Al-Sabri mentre sull’asse di Albilad il LNA ha dato la caccia ai terroristi rimanenti tra i palazzi dei mercati nell’area della Banca della Repubblica.

Nel frattempo proprio fuori da Ajdabiya viene sgominata una cellula di Daesh. Confiscati denaro, armi, munizioni e una serie di bombe.

Il Generale Haftar ha ricevuto una delegazione dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti guidata dal Vice Capo di Stato Maggiore, Generale al Mazrouei (nella foto), ad Al Rajm a est di Bengasi.

Secondo quanto dichiarato dal LNA: l’«l’incontro è avvenuto nella cornice di fratellanza e cooperazione che lega le due nazioni a tutti i livelli». Lo scorso mese era stato ricevuto da Haftar l’altro suo grande alleato: il Capo di Stato Maggiore egiziano Mahmoud Ibrahim Mahmoud Hegazy.

Redazione

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