È troppo tardi per la Libia?

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LIBIA – Tripoli 24/11/2013. «È troppo tardi per la Libia?» titola il quotidiano al Hayat. 

In un breve corsivo il quotidiano cerca di fotografare la situazione libica: «La situazione è destinata a esplodere in qualsiasi momento (…) Le armi sono ormai all’ordine del giorno e tutti hanno fatto orecchie da mercante al dialogo». Si starebbe aprendo la via per l’attuazione di agende straniere che contraddicono quel nazionale libica. Se le prime cercano stabilità la seconda fa i propri interessi, con il petrolio in cima alla lista. L’oro nero sarà il prezzo per la stabilità o la guerra, prosegue il quotidiano. A chiarire il discorso sta l’esempio egiziano e le relazioni tra il Cairo e Washington «Gli Stati Uniti si sono presi cura solo loro interessi, indipendentemente da quanto siano stati violati diritti degli egiziani. Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti sono rimasti sorpresi dall’intervento del Vice Ministro degli Affari Esteri italiano, Marta Dassù, consegnato all’esame del Parlamento, in cui ha detto: “Qualcuno vuole un intervento straniero in Libia”».

Per il quotidiano panarabo, «l’intervento straniero si rivelerà devastante per la Libia e i paesi vicini» perché scatenerà l’opposizione popolare e i nuovi signori della guerra libica e gruppi affiliati ad al-Qaeda cercheranno di sfruttare la posizione a loro favore innalzando la bandiera della jihad.«Sono pronti a puntare il dito contro tutti i loro rivali, senza eccezione, accusandoli di fallimento e tradimento. Questo scenario avrà forme diverse in Libia, Tunisia ed Egitto. Servirà agli estremisti, per tornare all’attenzione generale con la forza delle armi (…) La scena politica libica è entrato nel circolo vizioso degli scontri armati (…) Ogni partito sta lavorando per la realizzazione dei propri obiettivi senza prendere in considerazione gli interessi nazionali (…) La road map per la Libia preannuncia un miserabile fallimento che porterà il paese a un conflitto armato “lose -lose” (…) Un rapido sguardo alla situazione libica è in grado di far scoprire la delicatezza del futuro. Il governo sta importando grandi quantità di armi. Se le autorità competenti non sono in grado di controllare la situazione sul terreno, perché queste armi? Indubbiamente, la risposta è servono a milizie e gruppi terroristici. Fino ad ora, due anni e mezzo dopo la rivoluzione, nessuno sa dove sono stati spesi tutti i soldi, quanto sia ancora disponibile e chi sta supervisionando le spese».