Dilemma libanese, hashish o non hashish ?

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LIBANO – Beirut. Kabtagon o hashish? Il dilemma non è di poco conto ed è la provocazione che ha portato nell’aula del parlamento Walid Jumblatt, presidente del partito, “Progressive Socialist”. Secondo il membro del parlamento infatti è meglio regolamentare la coltivazione di hashish, e della marijuana per ragioni mediche che utilizzare prodotti chimici farmaceutici. «Non è meglio tornare all’hashish, che non incide sulla salute, invece di avere accesso a prodotti chimici devastanti»? Fonte Annahar.

La provocazione nasce all’indomani dello studio della legge agricola in Libano per verificare i pro e i contro della coltivazione della marjuana. La notizia è stata accolta in molti modi dal Congresso. C’è chi ha riso, chi ha detto: assolutamente no! Altri hanno detto: «Un paese che non è riuscito a fermare i combattimenti a Tripoli, un paese dove l’autore del reato non viene fermato neanche dopo il mandato d’arresto, in un paese in cui ancora vige il massacro tra clan è possibile regolare in sicurezza la coltivazione di hashish»?. Il ministro dei Lavori pubblici e dei Trasporti, Ghazi Zaiter, si è rifiutato di dare una risposta in merito alla domanda. «In alcuni paesi delmondo ci sono piantagioni simili. C’è la possibilità di regolare l’agricoltura in Libano. Mi chiedo dove arriveremo». Rifiuto totale ad una norma in tal senso è arrivato dalle “brigate” Samer HE, secondo cui una legislazione sulla coltivazione di hashish potrebbe incidere negativamente sulla mente dei cittadini. «Nei paesi del mondo che si rispettano le normative è possibile regolamentare la coltivazione di droga, ma in Libano e in presenza delle azioni dei singoli non la vedo una cosa possibile».
Ancora differente, la posizione del governo. Un membro delle “Forze Libanesi”, Shant Jngenaan, si è rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti perché non ha discusso la questione all’interno del Governo, però ha detto: «Non voglio essere frainteso, ma il governo ha promesso agli agricoltori di hashish che avrebbero proposto piantagioni alternative oppure
avrebbero sostenuto quelle che c’erano» E poi ha aggiunto: «Ma io personalmente non incoraggerei la coltivazione, partendo dal fatto che lo
Stato non è in grado di adempiere alla sua promessa». E aggiunge che è necessario decidere in che modo verrebbero effettuati i controlli nella legislazione per motivi medici. Cosa di non facile regolamentazione. Tra le preoccupazioni dei membri del governo il fatto che i campi coltivati si trovino su un territorio in cui lo stato libanese non ha libero accesso (nel senso che non lo controlla). A chiarire i dubbi, Assem Araji, membro del parlamento, che ha concordato con il resto della Camera dei Rappresentanti sulla necessità di «controllare la coltivazione di hashish e ha messo a punto, nel caso di intenzione del varo della norma, alcune osservazioni sull’importanza di una legislazione per ragioni mediche. «In America lo Stato compra il raccolto, ma in Libano c’è “disordine nel paese”, non incoraggiamo la coltivazione, ma dal momento che ora abbiamo uno stato, è necessario controllare il modo in cui avviene il raccolto e che fine fa». Araji ha avvertito che la normativa in questo momento «farà aumentare la percentuale di consumo di droga, come la percentuale di grano dal Kabtagon, e presto il Libano diventerà la fonte primaria di questi cereali nel mondo». Il paese oggi è come un nido d’ape, a tratti sicuro. In termini medici, Araji spiega che «l’hashish viene utilizzato come anestetico e utilizzato in alcuni farmaci, o una pillola in alcune malattie neurologiche ma non sono dati a quelli con un dolore normale alla schiena o testa, per esempio, il medico diagnosticata la situazione e determina il farmaco».