LIBANO. Hariri si dimette. Libano nel baratro

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Saad al-Hariri si è dimesso da primo Ministro libanese il 29 ottobre, dichiarando di aver raggiunto un “vicolo cieco” nel tentativo di risolvere la crisi scatenata da enormi proteste contro l’élite al potere e che ha immerso il paese in una situazione di profonda turbolenza. La mossa del leader politico sunnita indica l’aumento delle tensioni politiche che potrebbero complicare la formazione di un nuovo governo in grado di affrontare la peggiore crisi economica del Libano dalla guerra civile del 1975-90.

Le dimissioni di Hariri, tradizionalmente appoggiato dagli alleati arabi dell’Occidente e del Golfo, alza la posta in gioco e spinge il Libano in una crisi imprevedibile. Il Libano potrebbe finire ulteriormente sotto l’influenza di Hezbollah, sostenuti dagli iraniani, rendendo ancora più difficile attrarre gli investimenti stranieri di cui ha bisogno, riporta Reuters. Hariri è visto come il punto focale degli aiuti occidentali e arabi del Golfo per il Libano, che ha un disperato bisogno di sostegno finanziario promesso da questi alleati.

Hariri si è rivolto alla nazione dopo che una folla fedele ai movimenti musulmani sciiti Hezbollah e Amal ha attaccato e distrutto il campo dei protestanti allestito dai manifestanti antigovernativi a Beirut. È stato il conflitto più grave nelle strade di Beirut dal 2008, quando i combattenti di Hezbollah hanno preso il controllo della capitale in una breveN serie di scontri e conflitti armati con i libanesi fedeli a Hariri e ai suoi alleati.

Il Libano è ancora paralizzato dall’ondata di proteste senza precedenti contro la corruzione dilagante della classe politica. «Per 13 giorni il popolo libanese ha atteso una decisione per una soluzione politica che arrestasse il deterioramento dell’economia. E ho cercato, in questo periodo, di trovare una via d’uscita, attraverso la quale ascoltare la voce del popolo. È tempo per noi di avere un grande shock per affrontare la crisi (…) Per tutti i partner della vita politica, la nostra responsabilità oggi è come proteggiamo il Libano e rilanciamo la sua economia», ha detto Hariri.

Il presidente Michel Aoun, alleato politico di Hezbollah, potrebbe ora accettare le dimissioni di Hariri e avviare consultazioni per formare un nuovo governo, oppure chiedergli di ripensarci. Ci sono voluti nove mesi per formare il gabinetto della coalizione di Hariri che si è insediato a gennaio.

Le manifestazioni hanno aggravato l’acuta crisi economica del Libano, con tensioni finanziarie che hanno portato ad una scarsità di valuta forte e ad un indebolimento della sterlina libanese; anche i titoli di Stato sono crollati.

Maddalena Ingrao