LIBANO. Corruzione giudiziaria e assenza di riforme vere bloccano i fondi FMI

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Preda di una crisi economica senza precedenti, il Libano deve scegliere se fare riforme o restare privo di aiuti internazionali. 

Tra le riforme urgenti quella del settore elettrico e della giustizia, accusato di corruzione. Nel 2018, 11 miliardi di dollari sono stati promessi alla conferenza Cedre, organizzata dalla Francia, a condizione che venissero effettuate grandi riforme, tutte ancora da attuare.

Ora, con l’inflazione che continua a crescere e l’economia sprofondata nella recessione dopo l’insolvenza del debito eurobond a marzo, il Libano ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale 10 miliardi di dollari, e intende incassare anche i miliardi promessi in Francia, riporta Al Arabiya.

Il governo, guidato dal primo Ministro Hassan Diab, ha approvato un piano di salvataggio alla fine di aprile, volto ad attirare aiuti stranieri per far uscire il paese dalla crisi economica e finanziaria.

Il leader dell’opposizione Samir Geagea ha detto che il Libano ha poche possibilità di ottenere gli aiuti del Fmi, dato che il governo non riesce a mettere in atto le riforme necessarie. Dal punto di vista del Fmi, la mancanza di progressi ha ostacolato la posizione del Libano nei colloqui.

Il settore dell’energia elettrica in Libano è stato per lungo tempo afflitto da scontri tra fazioni. Mentre gran parte delle infrastrutture pubbliche del paese sono state distrutte durante i 15 anni della Guerra Civile che si è conclusa nel 1990, i successivi sforzi di ricostruzione si sono spesso concentrati sugli sviluppi immobiliari di alto livello a Beirut. I residenti di Beirut sono costretti a subire interruzioni di corrente giornaliere di tre ore, mentre in alcune alcune zone rurali mance per 18 ore su 24. Questi blackout giornalieri costringono molti abitanti a dipendere da generatori privati, e i costi sono spesso più elevati delle bollette.

 La statale Électricité du Liban, Edl, ha un deficit annuale fino a 2 miliardi di dollari, costa al Paese circa il 4,5% del suo Pil annuale, e riesce ancora a generare solo il 50% circa dell’elettricità che i libanesi ricevono. Per anni, Edl ha contribuito all’enorme debito pubblico del Libano, pari a 90 miliardi di dollari.

Dal 1993, i partiti politici hanno avuto denaro tramite Edl, riporta Al Arabiya English. I contratti e le entrate hanno privilegiato i partiti piuttosto che aggiornare il settore; manca in sintesi la volontà politica di modificare la situazione.

Stessa sorte e stessa mancanza di riforma e di volontà si trova nel settore giudiziario. 

Una magistratura equa e indipendente è stata tra le principali richieste delle proteste che hanno avuto inizio il 17 ottobre 2019. Ma nonostante le proteste a favore di una legge per arginare la corruzione giudiziaria, nelle ultime sessioni il Parlamento ha rifiutato di prendere in considerazione la legge. 

Il “Consiglio superiore della magistratura” libanese ha presentato all’inizio di marzo le riforme giudiziarie che cercavano di migliorare il sistema giudiziario, ma a causa di dispute politiche, la legge non è passata.

Maddalena Ingroia