Le tribù del Delta portano Shell in tribunale a Londra

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di Tommaso dal Passo NIGERIA – Abuja 25711/2016. Il gigante petrolifero anglo-olandese Shell, accusato di inquinamento da parte delle popolazioni locali, rifiuta il processo di fronte a tribunali britannici. Secondo quanto riporta Koaci, i rappresentanti legali oltre 40mila nigeriani delle comunità Ogale e Bille hanno depositato due ricorsi dinanzi alla High Court di Londra per dimostrare che il gigante petrolifero è responsabile delle falle e delle perdite di rete che hanno distrutto la loro terra e inquinato i loro bacini di pesca e di acqua potabile. Il capo della comunità di Ogale, Okpabi, afferma che la giustizia britannica è l’ultima speranza «per fermare l’inquinamento che uccide la gente», del suo paese, poiché il sistema del suo paese è corrotta.

Attraverso il suo consiglio d’amministrazione, il gruppo anglo-olandese ha ritenuto che un processo contro la sua filiale nigeriana Spdc dovrebbe essere organizzato in Nigeria dove si è verificato l’incidente, non in Europa. La Shell, come molte altre compagnie petrolifere straniere e nazionali, ha sofferto danni per una serie di attacchi di gruppi armati di ribelli, che hanno provocato il sostanziale declino della produzione petrolifera nazionale.

Una battaglia legale è già avvenuta nel 2015, che ha visto vincere gli abitanti di uno dei villaggi della regione di Bodo; la sentenza ha costretto la società a pagare circa 55 milioni di sterline per il danno ambientale portato alla loro comunità sin dall’inizio delle operazioni di Shell nell’area.