La Primavera araba e il problema dell’acqua

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La scarsità idrica nel Vicino Oriente e nel Nord Africa può essere annoverata tra le cause delle rivolte nell’area. Probabilmente nei prossimi anni sarà al centro di nuovi malesseri sociali. È ormai un dato acquisito che le rivolte nei Paesi arabi hanno al centro il rispetto della dignità umana assieme alla possibilità di avere un futuro migliore;
nel concetto di dignità rientra anche un mercato alimentare stabile così come la possibilità di disporre di acqua potabile e per usi quotidiani. Le miserevoli politiche portate avanti dai governi dell’area hanno incrementato la scarsità d’acqua nella regione. I due terzi delle scorte d’acqua presenti nell’area sono di origine esterna, provengono cioè da fuori area. L’importazione di acqua e di cibo (oltre la metà del loro fabbisogno) li porta ad essere i più grandi importatori di cereali al mondo. L’aumento dei prezzi avvenuto nell’autunno del 2010, causato dalla mancanza d’acqua e dalle alluvioni russe, è coinciso con una scarsità dei beni di prima necessità nei mercati che li ha reso, perciò, più cari. Nello stesso Egitto, il cui governo spendeva quasi il 7 per cento del Pil per l’importazione di derrate alimentari e di energia, si è registrata un’impennata inflattiva vicina all’11 per cento lo scorso anno. L’indice Fao sui prezzi del cibo ha avuto un’improvvisa impennata all’inizio del 2011. Durante le prime fasi delle rivolte in Tunisia, il Forum arabo per lo sviluppo e l’ambiente (Afed) lanciò l’allarme sulla grave crisi idrica che scoppierà nell’area nel 2015. Sempre secondo Afed, questa scarsità d’acqua avrà con l’avere gravi ripercussioni socio-politiche ed economiche.
Dopo il suicidio dell’ambulante tunisino la folla inneggiava contro Ben Alì ma anche per aver cibo e pane.
Vicino Oriente e Nord Africa sono il 10 per cento della superficie terrestre ma solo l’1 per cento delle riserve d’acqua; si tratta di una percentuale che mal si attaglia ai crescenti bisogni di una popolazione che cresce in fretta.
Piani sostenibili di aiuto alla regione dovrebbero prevedere soprattutto modalità di incrementare le riserve idriche della regione, per evitare il ripetersi d’insorgenze a ripetizione.

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