La Difesa russa a caccia di tecnologia

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di Antonio Albanese  31/10/2016. Manovre di avvicinamento tra Russia e Biolorussia. Dopo anni di pausa, la Russia sembra tornare sui suoi passi soprattutto in materia di tecnologia per la difesa. Durante la sessione ordinaria della commissione intergovernativa bielorussa-russa per la cooperazione tecnico-militare, infatti è stato riaperto il capitolo “Difesa”. Alcuni esperti dicono che la Russia sta cercando di dare un nuovo impulso ai vecchi rapporti con la Bielorussia nel campo di complesso militare-industriale (MIC). Di necessità, virtù viste le sanzioni contro la Russia e l’interruzione dei rapporti con l’Ucraina. La Russia sarebbe ancora in grado di raggiungere i risultati previsti nel importazione di industrie high-tech. Tra le aree più vulnerabili l’ingegneria nel settore: dei razzi, navale e costruzione di aerei. Il problema principale dell’industria della difesa della Russia, come detto dai tecnici nella sessione dei lavori, è la mancanza di un elemento base (BCE), del “cervello” elettronico di ogni equipaggiamento militare moderno complesso. In precedenza, tali strumentazioni venivano acquistati nei paesi dell’UE e della NATO, ma da quando l’Occidente ha imposto sanzioni per la fornitura di categorie BCE militari (per l’uso in sistemi militari) e dello spazio (radiazioni componenti temprati), l’industria della difesa russa è in affanno. Minsk avrebbe nel suo CV alcune delle tecnologie mancanti alla Russia. Nel frattempo, il primo ministro russo Dmitry Medvedev nel mese di luglio è stato costretto a revocare il divieto di appalti pubblici stranieri per le agenzie di sicurezza, che indica anche se non completo, il parziale fallimento del programma di sostituzione delle importazioni. In generale, la sostituzione delle importazioni alla russa spesso assomiglia di più a un taglio di bilancio della difesa che non un impulso all’industria locale della difesa. Nel comunicato del ministero della Difesa russo si afferma che tra il 2012-2014, ben 152 fornitori hanno interrotto il contratto di difesa. Secondo il vice capo del Servizio federale monopoli Maxim Ovchinnikov, il meccanismo di tagliare i fondi di bilancio nel campo della difesa rimane la stessa: le stime sono esagerate, a volte, e gli appaltatori concorrenti sotto vari pretesti, non sono autorizzati a partecipare al concorso. A peggiorare la situazione la crisi economica che rende impossibile costruire una spesa militare su larga scala. Il responsabile del Laboratorio di economia di guerra dell’Istituto Gaidar (Mosca) Vasily Zatsepin ha sottolineato che le spese militari russe hanno raggiunto un picco nel tempo post-sovietico, -3 miliardi 889 miliardi di rubli, o 23.87% del bilancio federale. E se si confronta il volume del PIL, è più di 4,7%. Un carico troppo elevato per l’economia. Il Ministero delle Finanze russo ha preparato il progetto di “Orientamenti per la politica di bilancio per il 2017 e il periodo di programmazione del 2018 e nel 2019” di spesa per la difesa nel 2017, che prevede di ridurre più di 1 miliardi di rubli le spese per la difesa. Questo fa pensare che nonostante le belle parole sarà difficile trovare i soldi per comprare tecnologia militare dalla Bielorussia.